ASL, QUANDO LA COMMOZIONE CHIUDE LA GOLA…E APRE GLI OCCHI…

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ASL iodice BLASOTTI tarantino ASL, QUANDO LA COMMOZIONE CHIUDE LA GOLA...E APRE GLI OCCHI...(f.n.) – Buon Anno, tenerissima Asl! Vogliamo innanzitutto rivolgere un pensiero al recente passato e ricordare con romantico struggimento, la letterina augurale dell’anno scorso, letterina addirittura vezzosa, indirizzata al personale, vergata virtualmente dal Dg Russo, ma sostanzialmente ideata da una musa ispiratrice che, per tutto il tempo del suo riposante soggiorno in Asl, non aveva fatto altro che denigrare AppiaPolis, colpevole di arrivare puntualmente a romperle le uova nel paniere, ogni qualvolta che, con un colpetto di mano e di tacco, per la verità maldestri assai, cercava di autoinvestirsi del titolo immeritato di addetto stampa. Come dimenticare i suoi tentativi e soprattutto la verve ottocentesca con cui, discretamente, infarciva le lettere ufficiali della Direzione, rendendosi indispensabile? Quest’anno ci saremmo aspettati di leggere una lettera d’auguri al personale, in linea con l’aplomb dal severo Blasotti, il Dg dell’Asl tutto “contabilità & edilizia ospedaliera” ma, come insegna la storia della sanità de noautri, sull’Asl e i suoi governanti non si deve mai scommettere, perché si perde con assoluta certezza. Ebbene, quest’anno la sacra trimurti è riuscita a stupirci in misura assai maggiore dell’anno scorso…infatti, siamo ancora indecisi sul reale significato di ciò che la triade ha scritto e firmato e quali siano stati i motivi ispiratori, al di là della cronica certezza di essere credibili, denominatore comune a tutte le direzioni, dalla peggiore alla migliore, che, in verità, non s’è mai vista. “L’approssimarsi del S.Natale e la conclusione dell’anno in corso inducono ad una serena riflessione sui valori reali della vita umana e sul senso stesso della nostra attività”…questo l’incipit della lettera di auguri della direzione dell’Asl, che consideriamo stravolgente… Questi signori stanno dicendo al personale Asl, che stanno per dedicarsi ad una serena riflessione sulla vita e sul senso di quello che fanno…E’ appena il caso di sottolineare che, se tutto quanto sopra esposto, non fosse la solita frase fatta e riciclata e di questo riciclo tanto per cominciare, “in paranza” dovrebbero chiedere scusa a tout le monde, si presume che questi magnifici tre dell’ultim’ora,  in questo stesso istante, dovrebbe dimettersi ed iniziare, con calma e stile, il lungo elenco delle cosucce, pinzillacchere e quisquillie, di cui si sono resi responsabili, anche soltanto facendo finta di non vedere, di non sentire, di non capire, decisioni o silenzi, che hanno determinato situazioni di tale gravità che solo a pensarci, tremano le vene ed i polsi…dovrebbero quindi recarsi in processione alla Regione, battendosi il petto e rinnegare pubblicamente, ogni qualsivoglia inguacchio politico e di convenienza, che ha consentito loro di ricoprire, il posto che ricoprono, chiedere perdono in ginocchio a tutti quei dipendenti del San Rocco, non allineati, ai quali hanno consentito, venissero imposti i capricci “gestionali” di un autista e di un sindacalista, quei dipendenti ai quali, non più tardi di qualche giorno fa, i tre bravi ragazzi, hanno mandato a dire l’ennesimo “arrangiatevi, altrimenti chiudiamo” , appollaiarsi quindi all’ultimo piano di Via Unità d’Italia e in pace e serenità, iniziare a scrivere tutto ciò che nel corso degli anni si è rivelato in aperta distonia con quel senso sacro della vita che stanno affannosamente ricercando. A Natale prossimo dovremmo trovarli ancora là che studiano per loro stessi e per quelli prima di loro. Ma signori cari, ma vi rendete conto di quello che scrivete?, ma credete davvero che quattro chiacchiere dolciastre, possano, alla vigilia del Capodanno, cancellare anche soltanto per 48 ore, quell’oceano di strafottenza in cui avete lasciato che affogasse il resto del mondo? E vi consentite persino il lusso, spinti probabilmente dal vostro ultimo viaggio in India, di augurare una meditazione produttiva ai dipendenti? Vogliamo augurare una meditazione produttiva anche a quella cinquantina di Oss che in virtù delle vostre cofecchie, sono rimasti fuori da tutto? , quei lavoratori ai quali è stato negato un mese di proroga dal vostro collega dell’Aorn? , quei dipendenti che hanno lavorato per l’Asl per anni ed anni?, e vi concedete anche il lusso di stipulare convenzioni con la Federico II e il Santobono per consentire a qualcuno di fuori porta, che assai probabilmente non verrà, di lavorare  all’Asl di Caserta e non offrite uno straccio di possibilità a quelli che sono stati  messi alla porta con una sola pec, mentre altri muniti di protettore, ne hanno ricevuta una seconda che li ha messi al sicuro? Ma di cosa parliamo companeros e soprattutto di cosa parlate voi? Avete davvero intenzione di meditare sul significato di ciò che fate? Ebbene, meditate sulla maniera di risolvere il problema della sopravvivenza per quelli che sono rimasti senza lavoro. Il fatto è che le parole sono comode per tutti ma non valgono nulla, soprattutto quando non vengono dal cuore ma dalle esigenze del momento e quelli come voi fanno a gara per apparire eleganti nell’espressione e nell’augurio…peccato che quel senso della vita che anche quest’anno avete deciso di cercare, al pari di noi ha perso persino quella parte di umorismo che ci salvava sempre e comunque. Hasta la vista!