OSPEDALE, STORIE, IPOTESI & SOSPETTI…

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PULITISSIMO OSPEDALE, STORIE, IPOTESI & SOSPETTI…(f.n.) – Nel corso degli anni trascorsi all’ombra dell’Azienda Ospedaliera, abbiamo imparato a non dar nulla per scontato e a distinguere la verità ospedaliera da quella propriamente detta, nuda, cruda e cristallina. Abbiamo imparato che l’ambizione può essere sana e competitiva, ma la spocchia, ahinoi, è invece, soltanto spocchia, friabile ed inconsistente come uno strato di fastidioso pulviscolo. Abbiamo imparato che i professionisti si dividono in tre categorie, quelli bravi e onesti, quelli bravi e disonesti, quelli scarsi, disonesti ed assai pericolosi. Abbiamo imparato che non esiste la categoria degli “scarsi ma onesti”, perché lo “scarso ma onesto”, non si fa raccomandare e non è capace di millantare. Tra i chirurghi inoltre, abbiamo diverse categorie e sottocategorie, ma la più perniciosa in assoluto, la più ambigua, è quella dei radical chic…cioè quel chirurgo che predilige, ufficialmente, la chirurgia pulita e non sopporta la chirurgia sporca, ma utilizza “furbescamente” con un certo sussiego questa distinzione, per mascherare in realtà i suoi limiti. Ce la va sans dire, che la cosiddetta mission del medico, nel cui nome ci si immola, con tutto il corredo al seguito, fatto di sacrificio, studio, rinuncia, passione e lealtà…è merce rara, prerogativa di pochi eletti che, nell’Ospedale di Caserta pur ci sono stati, ci sono, esistono ed insistono ma, ovviamente, non è il caso del radical chic…Costui è uno strano animale dal camice immacolato, ma non possiamo inserirlo nella rosa dei famosi “bellill” con mocassino Gucci, corredato di nappina…quelli sono “bellill” alla Kildare, saltuariamente con il cappellino celeste cielo, importato dall’ultimo viaggio nel Sud della Francia, un’altra categoria, oggi leggermente superata, ma che ha spopolato qualche anno fa, soprattutto nel periodo “cerchio magico prima maniera”…quelli che qualche volta è capitato che non riconoscessero una frattura esposta,  ma hanno fatto carriera ugualmente. Il radical chic odierno, quello che opera pulito, tale per necessità di simulazione, appare piuttosto spento e distaccato, salvo lasciarsi andare a scoppi d’ira che ne denunciano la fragilità emotiva. Appare evidente che il radical chic della chirurgia, tergiversi e polemizzi all’occorrenza, onde legittimare la sua incertezza o titubanza nell’intervenire, che naturalmente non ammetterebbe mai, neanche dinanzi ad un plotone di esecuzione…Fatto è che la lentezza nel ragionamento, persino laddove si trattasse soltanto di eccesso di prudenza, potrebbe complicare il decorso di qualsiasi patologia in atto… se poi il tergiversare, dovesse rivelarsi la maniera “volgare e caina” di trovare la giusta scusa per non intervenire…bé allora …il comportamento sarebbe addirittura da irresponsabile, n’est pas? Finché il lavoro e l’assistenza e soprattutto i risultati, non risentono delle particolari abitudini o tendenze o metodi dei vari operatori sanitari, finché il tutto si limita ad atteggiamenti che al momento opportuno, si traducono nella maniera giusta e cioè a favore del paziente, va tutto bene…e distinzioni ed elucubrazioni restano un mero esercizio dialettico ma…se dovesse verificarsi, ciò che prevede uno dei tanti proverbi, che sono la saggezza dei popoli e cioè che “mentre il medico pensa, l’ammalato muore” ….allora… noi sfideremmo chiunque a negare che quel paziente  sia morto, perché quel medico non è stato così onesto, da dichiarare i suoi limiti e così pusillanime da non affidare in extremis il malato ad altri o così vigliacco da non tentare egli stesso di salvargli la vita…A meno che non sia stato così incompetente, da non riconoscere la gravità del caso fin dall’inizio…ma questa eventualità si dovrebbe escludere a priori, visto che sicuramente qualcun altro, avrebbe diagnosticato nella maniera giusta. Abbiamo imparato nel corso degli anni a guardare, ad osservare e a registrare con quanto candore e con quanta invidiabile serenità l’Azienda tenda ad apparare e, come di questo sordido “apparamento”, se ne avvantaggi sempre qualcuno…Siamo ovviamente nel campo accademico delle ipotesi ma, ipotizza qua ipotizza là, chissà quante volte, nella palazzina “grigiotopospento” in fondo al parco, i vari geni della lampada, hanno pensato di essere furbi, non è vero? Entiendes amigos?, hasta la vista!