
Anzitutto Starbucks, come Apple, McDonald’s e tantissime altre multinazionali, danno lavoro a tantissime persone. Che poi si insedino in un posto o in un altro fa poca differenza, non è che Starbucks si sia insediato nel Quirinale. Caserta ha bisogno di proiettarsi sempre di più guardando al futuro, abbiamo tra le Reggie più belle al mondo capace di attrarre turisti, investimenti e pure Starbucks. Anzi è un peccato che non sia stato aperto in centro magari proprio in piazza Margherita a due passi dal Palazzo. Nella maggior parte delle altre città hai per lo più il bar italiano, ora se vai all’outlet a Marcianise hai il bar italiano e hai pure Starbucks, puoi scegliere. Nel caso in cui Starbucks non piacesse, chiuderebbe, come chiuse Blockbuster in piazza Vanvitelli. Se poi, per assurdo, tutti andranno a prendersi il caffè e il cappuccino da Starbucks, sarà una scelta democratica, multinazionale o meno. Voglio dire: forse le multinazionali sono multinazionali perché sono anche popolari, altrimenti non avrebbero successo.
E infine, viviamo attaccati alle serie tv di Netflix, dove tutti escono e a un certo punto vanno in giro con un cappuccino nel bicchiere di polistirolo di Starbucks, e io è una vita che sogno di farlo. Invece vai in un qualsiasi bar italiano, chiedi un cappuccino da asporto, e invece del bicchiere di Starbucks ti danno un bicchierino di plastica che ti scotta le dita con della carta stagnola per tappo, come se fossimo nel Burundi. Dieci, cento, mille Starbucks.