ELLY & GIORGIA… “TRAVOLTE DA UN INSOLITO DESTINO…”

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 –   di Francesca Nardi   –             

schlein MELONI ELLY & GIORGIA… “TRAVOLTE DA UN INSOLITO DESTINO…”Soggiogati, manipolati e fuorviati dai custodi del mainstream casereccio che, aprioristicamente, si sono preoccupati di decretare che sul Bel Paese, incombe l’orrenda minaccia nazi-fascista, rischiamo di assorbire, elaborare ed infine lasciarci affondare nello sciocchezzaio organizzato a mestiere, raccontando idiozie ed aggiungendo le patetiche convinzioni ereditate, alle altre menzogne stagnanti. Ovviamente, sul vetrino, in osservazione, vicine vicine, ma ben attente a non sfiorarsi i risvolti della giacca, le due pasionarie per eccellenza, Meloni e Schlein…Ce la va sans dire che, sarebbe stato appena il caso, che la raffinata apertura mentale delle sinistre, non avesse deviato malamente all’ultima curva, lasciando chiaramente intendere che, di culturalmente e socialmente evoluto, nell’ensemble politico-ideologico della sinistra propriamente detta e del Pd, vi era assai poco, al di là dell’ultimo modello di smartphone. Se il profilo culturale e politico della sinistra, fosse stato infatti, all’altezza del millantato storico, non sarebbe stato consentito a Franceschini e alle quattro volpi argentate, che fanno la ronda da decenni, sui bordi della pista, di imporre a tutti i costi una donzella, alla guida del Pd…senza calcolare i danni collaterali che avrebbe comportato la superficialità tipica del maschietto, che non tiene in alcun conto la complessità eventuale della femminuccia…  E dopo avere scaricato vagonate di preconcetti, vaticini, interpretazioni libere ed epiteti sul Meloni-pensiero, da quel momento in poi è stata  addirittura incantevole la serenità, con cui si sono appiccicate etichette all’una, pur di evitare che la platea riflettesse troppo sulle scivolate dell’altra., anche se, da quando le critiche alla Schlein si sono intensificate, si è leggermente abbassata la quantità di fango, che ad intervalli regolari, veniva sversata addosso alla Meloni, senza tenere nel minimo conto, il fatto che fosse una donna e tantomeno, che ricoprisse un livello istituzionale di tutto rispetto. E’ appena il caso di ricordare a chi fosse distratto, che soltanto la povera Claretta Petacci è stata appellata e trattata peggio…Addirittura patetico, il soffuso, tiepido riferimento, e soltanto quando è stato praticamente inevitabile, alla frase ad effetto pronunciata dalla Schlein la notte della sua vittoria: “Anche questa volta non ci hanno sentito arrivare…” presa in blocco dal libro di Lisa Levenstain, femminista americana alla quale la Schlein sembra ispirarsi in tutto per tutto, tranne che nella diversificazione affascinante del femminismo della prima ora, che la scrittrice e studiosa coglie ed illustra nelle sue più interessanti sfumature. A differenza della Levenstein, alla quale, sembra assai evidente,  Elly Schlein vorrebbe somigliare, con scarsi risultati ad ogni costo, persino nella pettinatura, quest’ultima procede a senso unico su un binario morto, “arravogliandosi”, come dicono ad Oxford, sul salario minimo, fino a rimanere intrappolata in un discorso asfittico, senza inflessioni, privo di spunti e fantasia e che alla fine si affloscia su se stesso, come uno straccio, senza produrre nulla di concreto. Lo scontro a distanza con il governatore De Luca, ad esempio, rischia di portare il Pd sulle secche e nessuno dei geni “piddini” sembra rendersi conto che il commissariamento in Campania, ha rappresentato forse, una mossa, talmente sghemba ed estranea alla riflessione “politica” necessaria, da presumere che sarà assai difficile che il sofisticato Pd partenopeo, ne dimentichi facilmente i contorni. Tra Schlein e Meloni, nonostante la presunzione arrogante dei padri nobili del Pd, avesse giocato la carta Schlein nella certezza della vittoria, non c’è partita…e non ci sarà nel prossimo futuro. E se la Meloni facesse giustizia sommaria delle titubanze e indicasse l’uscio alla Santanché…ebbene, la partita non sarebbe possibile neppure in un’altra vita…Schlein dovrebbe invece, darsi al sindacato, limitandosi a bordeggiare ai confini della politica…I suoi attacchi iniziali, come dichiarazione di principio, sono stati assai rivelatori di una stoffa che, ahinoi, non c’è….Il suo inveire contro i cacicchi ed i suoi avvertimenti iniziali al presidente del consiglio, prima ancora di dire: “Buongionro, sono qui, come va?, posso?, grazie”, somigliano tanto, anzi troppo, a Pierino, ripetente di V elementare che, appena si metteva lo zaino a tracolla e scendeva le scale correndo, borbottava: “mo ti faccio vedere io!”… Inutile inventare slogan e appiccicare patacche…i fatti sono assai chiari…E sono inutili, a nostro modesto parere, anche gli ausilii di qualche mega testata giornalistica…Tra il patetico ed il disperato, infatti il tentativo di qualche prestigioso giornale nazionale che pur di abbattere l’originalità della Meloni, o perlomeno tentare di livellare il possibile,  ha preso al volo alcune sue parole, per pubblicare la frase peregrina: “sia la Meloni che la Schlein citano la scrittrice Lisa Levenstein, autrice del libro: “Non ci hanno sentito arrivare”…Questo è uno di quei momenti in cui viene spontaneo dire con  tono rassegnato: “vai avanti tu che a me me vien da ride…” Hasta la vista!