CERTIFICATI DI MALATTIA, VIOLENZA CONTRO I MEDICI DI FAMIGLIA. IL PRESIDENTE DI MEDICI SENZA CARRIERE: DALLE ISTITUZIONI SOLO PAROLE

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Salvatore Caiazza Medici Senza Carriera 1 CERTIFICATI DI MALATTIA, VIOLENZA CONTRO I MEDICI DI FAMIGLIA. IL PRESIDENTE DI MEDICI SENZA CARRIERE: DALLE ISTITUZIONI SOLO PAROLE“Senza una soluzione vera, prima o poi ci scappa il morto! Non arriviamo a dover poi fare la triste affermazione “Ve l’avevamo detto”! Esordisce così il presidente dell’associazione Medici Senza Carriere Dr. Salvatore Caiazza. 
“Ieri – spiega – un medico di medicina generale e’ stato aggredito da un assistito, poiché quest ultimo pretendeva che il sanitario gli certificasse dieci giorni di malattia, piuttosto che due. Sono arrivate le solite parole di solidarietà di varie figure istituzionali come Presidente dell’Ordine dei MediciChirurghi e del Presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici-Chirurghi, così come dei vertici dell’azienda sanitaria locale. Che, come al solito, resteranno parole e basta! Oramai siamo alla frutta! Per non dire al secondo ammazza caffè!

Così era stato l’anno scorso a Quarto e ancora prima a Giugliano, dove rispettivamente era stato rifiutato di certificare i giorni richiesti dal paziente e dove era stato rifiutato ad un parente di un paziente una certificazione di malattia per quest’ultima, omessa dal medico ospedaliero.
Più volte abbiamo affermato a gran voce che non abbiamo bisogno di parole di solidarietà e conforto, ma di soluzioni che vanno a prevenire il fenomeno!

L’unica vera e reale soluzione è l’auto dichiarazione dello stato di malattia del cittadino, come avviene già in tutta Europa. Per una volta facciamo in modo che l’Italia sia un paese europeo e non sempre “un paese bello, ma inutile!” Inutile proporre visite a distanza attraverso piattaforme informatiche, che andrebbero solo a complicare ancora di più la fluidità della certificazione, che ricordiamo è la risultante di una valutazione medica, in seguito ad una visita, ai sensi della Legge Brunetta.

La televisita ha senso per i pazienti con determinate patologie, come le patologie oncologiche, affinché il paziente, già provato per la malattia, non debba recarsi di persona dall’oncologo per il controllo di referti di esami diagnostici. Rendere, invece, la televisita un escamotage per non
andare al lavoro, peggiorerebbe solamente l’attuale situazione, soprattutto dal punto di vista delle risorse economiche; in questo ci appelliamo all’INPS e a Confindustria che tanto amano la certificazione medica, anche per pochi giorni di inabilità al lavoro e per patologie non obiettivabili, come una banale cefalea.

Medici senza Carriere si appella al Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Giorgia Meloni e al Ministro della Salute, Prof. Orazio Schillaci, affinché ignorino le proposte bislacche e autoreferenziali e prendano in considerazione ciò che chiedono la stragrande maggioranza dei medici italiani: Autodichiarazione dello stato di inabilità al lavoro da parte del cittadino, fino a cinque giorni, con controlli a sorpresa dei medici INPS
senza fasce orarie.

Così come ci appelliamo ai Presidenti delle Regioni e ai rispettivi Assessori della Salute, affinché la Legge Brunetta sia applicata in tutto, ricordando che la certificazione medicina è un dovere di ogni medico che visita un paziente e non un lavoro burocratico da relegare ai medici di
famiglia.

Siamo stanchi di essere i capri espiatori di incapacità gestionali di enti pubblici che dovrebbero prendere decisioni risolutive e non continuare a galleggiare nello stile italiano, peggiore che ci possa essere!

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