PRESUNTA CENSURA, LIVORE E DOPPIO BOOMERANG

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Se la sinistra non la pianta di stare in agguato dietro all’angolo, in attesa del perseguitato di turno o presunto tale, vittima o presunta tale, del regime in odor di fascismo, per gloriarsi “avvacante” della propria illibatezza di pensiero, usi e costumi, qualcuno inizierà ad interrogarsi sulla torbida inconsistenza della materia prima che insiste, dietro la piagnucolosa evidenza del martirio. In verità, l’ultima presunta censura, lanciata in orbita con ardimentoso ed eroico lancio ed atterrata nell’immaginario collettivo, pietra miliare dell’oppressione in atto, si sta rivelando un doppio boomerang di rara efficacia…Ci riferiamo ovviamente al monologo dello scrittore Antonio Scurati, sul 25 aprile, che, per ragioni confuse non andrà in onda su Rai 3, come previsto, ma che, a causa di dette ragioni confuse, è andato già in onda ovunque, come si addice alle opere di chi inciampa sulla ghiaia di Via Teulada in tempi di terrore e, rimbalzando la notizia della caduta, di vico in vico, quando la stessa giunge faticosamente in vista del primo casuale microfono, il primo dato che emerge dalla fantasia degli “acculturati, impegnati ed imparati”  è il nome del presunto persecutore…senza presunto. Il monologo di Scurati, anzi Scurati stesso, oggi regna e campeggia ovunque e qualche passo indietro, una stupita Giorgia Meloni che chiedendosi cosa sia successo, per non correre rischi, si è affrettata a pubblicare il monologo di Scurati sulla sua pagina social. Perfetto… il boomerang è partito con insolita velocità e violenza e sta fracassando con tempismo perfetto tutta la squallida scena, senza lasciare intatto, a nostro parere, neppure lo sciocchezzaio virtuale in cui quotidianamente si ordiscono le trame contro questo governo “fascista”. L’entourage della Meloni, compreso la dirigenza Rai, trasuda da questo ordito a pois, (qualunque sia la ragione per la quale è stato cancellato il monologo dal palinsesto Rai, che ufficialmente verrà annunciata a bocce ferme), come una piccola cerchia di commari dalla vista assai corta, che, la sera del dì di festa, confabulano per trovare il modo di fregare la prosopopea di quello scrittore di sinistra, che fa tanto l’arrogante e credendo di averlo trovato, si adoperano ottusamente nell’arrecare un altro danno esagerato a Giorgia Meloni. La prima coda del boomerang è arrivata a segno…Il colpo finale e  definitivo viene invece assestato alla fama e a quella ‘ntecchia di vanagloria che è propria dello scrittore, per la pubblicità che la presunta censura gli aveva arrecato…Infatti, la lettura del monologo di Scurati, ormai alla portata di tutti, è stata oggetto di particolare attenzione e, per la verità, abbiamo dovuto convenire che non si tratti di un capolavoro e, se la presunta censura fosse scaturita da un giudizio prestigioso e strettamente culturale, ce la va sans dire, che sarebbe stato addirittura ovvio, preferire un altro monologo di un altro vate di sinistra, per celebrare una giornata così importante, come il 25 aprile. Purtroppo, Scurati come tanti ossessionati dal pensiero di attaccare e affondare la lama nelle carni di chi, secondo la loro opinione rappresenta un mondo scomparso ma addirittura… quasi gli attuali fossero corresponsabili degli orrori del passato (e sugli orrori del passato avremmo molto da dire allargando il tiro, o no?) non ha potuto fare a meno di lasciarsi prendere la mano dal rancore ed incalzare su argomenti noti ed assai dolorosi, utilizzando un periodare martellante, quasi stesse dettando concetti freddi che somigliavano ad appunti da incollare nella mente…anziché, come sarebbe stato elegante ed ineccepibile, dopo tanti anni, rendere omaggio alla libertà con un linguaggio che avremmo voluto aulico e sensibile, oltre che universalmente comprensibile. L’aver ridotto ad un grumo di rancore le parole, anche questa volta, non ha reso onore a chi si voleva onorare.