PROSTITUZIONE, UN APPELLO ALLA REGOLAMENTAZIONE E ALLA RESPONSABILITÀ SOCIALE

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   –   di Christian Mancini   –                                                                                        

La questione della prostituzione è da tempo un argomento controverso, suscitando forti emozioni e dibattiti morali. In una recente lettera indirizzata alle autorità locali, l’Avv. Riccardo Vizzino mette in luce la diffusa presenza della prostituzione nelle città italiane, in particolare a Napoli, e chiede una rivalutazione della legislazione attuale. Vizzino sostiene che le leggi esistenti, in particolare la Legge Merlin del 1958, non siano riuscite ad affrontare efficacemente le complessità del moderno commercio sessuale, lasciando sia le sex worker che il pubblico esposti a sfruttamento e rischi per la salute.

La lettera dipinge un quadro cupo della realtà vissuta dalle donne coinvolte nella prostituzione, spesso costrette o obbligate al commercio sessuale da organizzazioni criminali. Descrive scene di donne che cercano clienti apertamente per le strade, soggette a condizioni di lavoro degradanti e frequenti violenze. Vizzino sottolinea il ruolo della criminalità organizzata, in particolare della Camorra, nel controllare e trarre profitto dal commercio sessuale, perpetuando un ciclo di sfruttamento e abusi.

Uno degli argomenti chiave presentati è la necessità di un cambiamento di approccio verso la regolamentazione anziché la proibizione. Richiamando il contesto storico, Vizzino fa riferimento alla Legge Merlin, che mirava ad abolire i bordelli regolamentati in favore della lotta allo sfruttamento e al traffico di esseri umani. Tuttavia, la conseguenza non voluta è stata la proliferazione della prostituzione di strada non regolamentata, aggravando le preoccupazioni sociali e sanitarie.

La soluzione proposta è la reintroduzione di bordelli regolamentati, o “case di prostituzione”, come mezzo per fornire ambienti di lavoro più sicuri alle sex worker e mitigare l’impatto negativo sulle comunità. Attraverso l’attuazione di linee guida e controlli rigorosi, tali strutture potrebbero garantire la salute e la sicurezza sia dei lavoratori che dei clienti, riducendo anche l’influenza della criminalità organizzata.

Inoltre, si sostiene che la legalizzazione consentirebbe la tassazione dell’industria, deviando i profitti dalle reti criminali verso le casse pubbliche. Ciò contribuirebbe non solo all’economia, ma fornirebbe anche risorse per servizi di supporto e programmi di riabilitazione per coloro che desiderano uscire dal commercio sessuale.

La questione della prostituzione richiede una risposta articolata e completa che affronti le sfide multifacciate poste dal commercio sessuale. Attraverso una regolamentazione ponderata, si può lavorare per creare un contesto in cui i diritti, la sicurezza e la dignità delle persone coinvolte siano tutelati.