“NON ACCETTO CHE SI CANDIDI CHI HA OFFESO SINDACO SOCIALISTA”
Felice Iossa, dirigente nazionale e responsabile per il Mezzogiorno del Psi, ha annunciato le proprie dimissioni dalla direzione e dal partito.
“Una decisione sofferta, maturata – spiega – davanti a una fase segnata da instabilità, conflitti permanenti e scelte che nulla hanno a che vedere con i valori del socialismo”. “Il Psi non è un taxi – sottolinea – ma un insieme di valori, principi e una comunità che ha sofferto molto e che intendeva rilanciarsi riallacciando i fili con la propria storia. Non siamo mai stati subalterni a nessuno, e non potevamo esserlo oggi”.
“Non si può candidare nelle fila del Psi, che è molto distante dai valori di questo partito – aggiunge Iossa – chi solo per scopi personali non ha esitato a chiudere la porta a coloro che l’avevano eletta, per supportare chi fino ad allora non solo aveva osteggiato, ma da cui aveva ricevuto offese pesantissime. Chi insomma mette da parte la dignità per la poltrona. Non posso accettare che il Psi candidi chi ha offeso in modo indegno un sindaco socialista che a questo partito ha dato tutto se stesso, dopo averlo prima supportato e poi attaccato in maniera vergognosa per questioni che nulla hanno a che vedere con la politica e con gli alti principi socialisti. Si è scelto un candidato presidente senza una vera discussione, senza un programma, senza un’idea di futuro. Si è persa l’occasione di costruire una nuova visione per il Mezzogiorno, capace di parlare ai più deboli, alle imprese, di affrontare le questioni ambientali e di promuovere uno sviluppo duraturo”.
“E ad aggravare il tutto – prosegue – c’è un cosiddetto codice etico che rappresenta un’offesa alla Costituzione e alle leggi dello Stato: è la legge che stabilisce chi può candidarsi e chi no. Non si possono pretendere esami del sangue per tutti quanti. Chi sostiene queste cose probabilmente ha qualche problema personale”.
“Ho dato tutto quello che potevo – aggiunge – e ringrazio i tanti compagni che hanno creduto insieme a me in questa battaglia. Mi dispiace in particolare per Salvatore Sannino e Monica Mauro, due professionisti seri che hanno lavorato con grande impegno e che oggi vengono messi da parte senza riconoscere la loro militanza e il loro amore per il socialismo.
Sono molto triste per quello che è accaduto e per questo non posso più continuare a fare politica in questo momento così difficile. Non intendo rimanere in un contesto che tradisce i valori per cui ho sempre lottato. Ringrazio di cuore tutti coloro che mi sono stati vicini”.