“KIDDING”, LA SERIE TV CON JIM CARREY È UN’OPERA TERAPEUTICA

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1 3 200x300 “KIDDING”, LA SERIE TV CON JIM CARREY È UN’OPERA TERAPEUTICA“Kidding – Il fantastico mondo di Mr Pickles” è una serie televisiva statunitense con protagonisti Jim Carrey, Catherine Keener, Frank Langella e Judy Greer, distribuita su Sky Atlantic a partire dal 7 novembre 2018. Dopo l’interpretazione magistrale in “Se mi lasci ti cancello”, chiunque abbia pensato che Jim Carrey potesse non essere brillante in ruoli drammatici oltre che in quelli comici si è dovuto ricredere. La pellicola di Michael Gondry ci regala, infatti, una delle migliori performance di Jim Carrey (insieme sicuramente a quella in “The Truman show”). L’opera di Gondry parla dell’accettazione del dolore e dell’importanza di mantenere saldi i ricordi, sia quelli positivi che negativi. “Se mi lasci ti cancello” (in inglese è “Eternal Sunshine of the Spotless Mind”; la traduzione in italiano inganna e destabilizza) parte dalla prospettiva più dolorosa per parlare dell’amore: la fine. Se è vero però che l’amore non è eterno, allo stesso tempo è indispensabile. E quindi, possiamo prendere coscienza del fatto che l’amore ha il coraggio di non dimenticare, ma di affrontare il dolore e di prenderne consapevolezza. “Se mi lasci ti cancello” infonde una grande speranza, a cui il pubblico si aggrappa con forza.

%name “KIDDING”, LA SERIE TV CON JIM CARREY È UN’OPERA TERAPEUTICALa premessa su “Se mi lasci ti cancello” è funzionale per analizzare “Kidding” sotto più punti di vista. Innanzitutto perché riunisce due talenti puri: Jim Carrey e Michael Gondry. In secondo luogo perché alcuni elementi presenti in “Se mi lasci ti cancello” si ritrovano anche in “Kidding”: il rifiuto del dolore, la difficoltà di fare i conti con i ricordi più difficili, l’accettazione di se stessi, la maturazione. In “Kidding” Jeff Pickles alias Jim Carrey, tornato sulla scena dopo il suicidio 4 1 “KIDDING”, LA SERIE TV CON JIM CARREY È UN’OPERA TERAPEUTICAdella sua ex ragazza, interpreta due ruoli: un uomo distrutto, che ha perso un figlio a causa di un incidente e si è separato dalla moglie; e Mr Pickles, protagonista di uno show per bambini molto amato e seguito. Lo spettatore può immedesimarsi e guardare da una doppia prospettiva: da quella del proprio Io adulto e da quella dell’Io bambino. “Kidding” è uno scontro continuo tra realtà e finzione: ci sono pupazzi, disegni, colori, il magico mondo disincantato dei bambini e ci sono i dolori insostenibili, la solitudine, la depressione. La parte dell’Io adulto tende a confondersi con quella dell’Io bambino, e inizialmente ci si sente disorientati, ma “Kidding” è come una terapia: aiuta a “guarire” e a crescere passo dopo passo. È come se qualcuno ci tendesse una mano e ci accompagnasse per tutta la durata dei dieci episodi. “Kidding” parla di perdita, ma anche di acquisizione. Si acquisisce, infatti, la forza di accettare le proprie sofferenze, e la consapevolezza di non doversi sentire in colpa se la vita procede anche dopo eventi che sembrano insormontabili. “Anche quando3 e1544718842338 “KIDDING”, LA SERIE TV CON JIM CARREY È UN’OPERA TERAPEUTICA le pagine si perdono, le storie procedono”, recita una delle battute di una scena. È proprio per questo che lo sguardo di un bambino è molto più utile di quanto si possa immaginare, e la serie se ne serve per affrontare temi così complessi da una prospettiva inedita ma efficace. Una grave perdita può compromettere tutto: il lavoro, la famiglia, la lucidità mentale, la cura di se stessi. Ed è quello che accade a Jeff. È qui che risulta estremamente importante che la parte adulta di ognuno di noi prenda il controllo, prima che tutto crolli. Jeff, provando a tenere nascosti i suoi pensieri, arriva al punto di esplodere, facendo così emergere lati del suo carattere finora mai espressi: la serie diventa così un racconto pieno di rabbia, insoddisfazione e malessere. Anche questo fa parte di un percorso. C’è bisogno di potersi sfogare e esprimere tutto il proprio dolore, prima di poter tornare in equilibrio. La rottura è guarigione. Jim Carrey è così vero che sembra stia interpretando se stesso, questo consente allo spettatore di sentirsi ancora più vicino alla sua storia, provando un’empatia più forte.

Kidding 1 “KIDDING”, LA SERIE TV CON JIM CARREY È UN’OPERA TERAPEUTICASe smettessimo di fingere di stare bene, e levassimo le maschere forse tutti esploderemmo. Proprio come Jeff, però, potremmo tornare ad essere padroni del nostro corpo e della nostra mente. Jim Carrey riesce a divertire e a commuovere quasi contemporaneamente: “Kidding” accarezza e colpisce, provoca un sorriso e l’istante dopo una lacrima. “Credo che tu confonda gentilezza e debolezza”: questa frase pronunciata da Jeff è una delle chiavi di lettura di tutta la serie. Il fatto che si riesca ancora a sorridere non vuol dire non provare più sofferenza: un sorriso può essere anche un tentativo di mantenere dignità, controllo. Il dolore, però, resta ed è necessario affrontarlo giorno per giorno.

kidding 2 1024x403 “KIDDING”, LA SERIE TV CON JIM CARREY È UN’OPERA TERAPEUTICAIn uno scenario surreale ma assolutamente reale “Kidding” mostra le più intime fragilità umane. La leggerezza e l’ironia ci consentono di sentirci leggeri, ma la disperazione non va evitata. “Kidding” è un prodotto nuovo che mescola i toni e lascia sorpresi e affascinati. Abbandoniamo questo obbligo sociale all’allegria e concediamoci il diritto di esprimere anche il dolore: è così che si rinasce. Ad ogni dolore deve essere dato un nome, così da poterlo comprendere e poter ricostruire se stessi, o meglio una versione diversa di se stessi. Non bisogna cogliere tristezza in “Kidding”, ma una forza ancora più grande di affrontare ogni sofferenza. “Kidding” serve ad ognuno di noi, è un viaggio dentro se stessi.

Mariantonietta Losanno