NAPOLI: “BUS DELLA LIBERTÀ”, BASTA VIOLENZE DI GENERE

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NAPOLI – “L’amministrazione de Magistris non intende in alcun modo autorizzare o sostenere, qualsiasi tipo di comunicazione, campagna o manifestazione che ispiri e fomenti la transfobia, promuova congetture discriminatorie e veicoli messaggi lesivi dei diritti delle persone Trans.

Diffondere un messaggio che cancella e nega la realtà della transessualità e dell’intersessualità, è un atto altamente discriminatorio, irresponsabile, fuorviante e irrispettoso dell’esistenza di queste persone, che già troppo spesso, sono vittime di una cultura della violenza, efferata e purtroppo diffusa.

Questa campagna, negando i diritti delle persone transessuali, nega l’esercizio dei diritti civili fondamentali, gli inalienabili diritti umani, tra cui il diritto alla vita.

Occorre fermamente stigmatizzare, inoltre, l’uso improprio e strumentale dell’espressione “basta alla violenza di genere”. La legittima autodeterminazione della propria identità non può e non deve essere confusa con quello che è un terribile stigma della nostra società. Giustificare astruse e inverosimili previsioni di anarchia sessuale, con un riferimento alla violenza realmente esercitata su un larghissimo numero di persone, discriminate in base al sesso e alla loro identità sessuale, è contrario a tutte le azioni messe in campo da codesta Amministrazione e dal disegno programmatico di una società più inclusiva, aperta, tollerante e coesa.

Pertanto e in risposta alla comunicazione pervenuta, inviata dalla Rete  Lanford – l’Avvocatura per i Diritti LGBTI – l’Amministrazione tutta intende ribadire con fermezza e convinzione il proprio dissenso verso una siffatta aggressione alla dignità e all’orgoglio della comunità Trans.

Noi vogliamo fermare l’incitamento all’odio gender e omo-transfobico e, nell’auspicio che questa pericolosa deriva d’intransigente fanatismo resti un fenomeno circoscritto e isolato, siamo sicuri che le cittadine e i cittadini di Napoli non si lasceranno coinvolgere da infondati timori, recrudescenze fasciste e ottuso sciovinismo sessista”.