S. & O.

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di Alessandro Barbieri*

Ricordo perfettamente l’emozione dell’emissione della mia prima fattura professionale.

Dopo averla trasmessa ad un attempato avvocato, ebbi una telefonata di lì a poco.

Alessandro la fattura va bene ma hai dimenticato di inserire la dizione S. e O.”

Il mio silenzio imbarazzato fu, evidentemente, tanto eloquente da generare una immediata fragorosa risata ed una precisazione: “salvo errore ed omissioni!, e la dizione con la quale anticipiamo che quello che abbiamo scritto in fattura è valido, ma ci riserviamo di correggerla …. sai una tipica furbata all’italiana”.

Mi sono detto, ultimamente, che questa è la dizione che manca alla manovra legastellata, la manovra del rilancio italiano, della crescita, della riduzione delle tasse etc.

Non l’ho trovata e – sommessamente – proporrei, se fossi in Parlamento, di aggiungerla onde rispondere agli attacchi che potrebbero in futuro subire i soloni della nuova economia.

Da quanto è stato possibile comprendere, infatti, aumenteranno sensibilmente dei prelievi alla fonte (prima si chiamavano tasse ed accise, ma Salvini ne ha chiesto l’abolizione per decreto web) che colpiranno il malcostume italiano (sigarette, gioco, alcool etc.).

Contemporaneamente si finanzierà la crescita della nostra economia con la ridistribuzione della ricchezza attraverso la riduzione del prelievo fiscale a pochi e la concessione di prebende al corpo elettorale meridionale.

Ma di questo se ne parlerà a legge di bilancio approvato.

Nelle ultime ore, invece,  diventa più interessante parlare del cd. decreto su Genova.

All’interno, così come si faceva in passato, ci sono diverse piccole norme che con Genova non “ci azzeccano niente”.

Una sui fanghi pieni di idrocarburi che, grazie a questa nuova maggioranza ambientalista, potranno essere liberamente sparsi nei terreni agricoli (povero Ministro Costa, cosa Le tocca sopportare…) di tutta Italia.

Una sul condono ad Ischia.

Qui andrebbe inserita la famosa clausola.

Nessuno riesce a spiegare agli Italiani cosa sia, pur avendone compreso tutti la portata.

Il ragionamento è questo, in poche parole.

Dato che ad Ischia c’è stato un terremoto, ed occorre ricostruire, entro sei mesi le vecchie domande di condono vanno concesse ed approvate.

Ma vi siete domandanti perché in ben trent’anni (dico 30) quelle pratiche non sono state esaminate?

Semplice.

Le domande venivano presentate, per la maggior parte, senza documentazione e foto reali, sperando che un domani si potesse continuare a costruire, oppure venivano presentate in relazione a luoghi od interventi non sanabili.

Così gli uffici comunali tra esaminare la pratica e rigettarla hanno, su pressione delle classi dirigenti locali, deciso semplicemente di soprassedere.

E adesso?

No problem.

Tutti gli uffici comunali saranno dotati di un timbro con la dizione “S. & O.”da apporre sulle domande, che saranno tutte approvate salvo errori ed omissioni.

Povero Ministro Costa cosa Le tocca applicare!

*avvocato penalista