Caserta. Tra inchieste sui rifiuti, roghi di munnezza, scandali, dissesti e bilanci da approvare, la nostra provincia non perde, però, il primato di fanalino di coda nella classifica sulla qualità della vita nelle province italiane stilata dal Sole 24 Ore. Certo è che vivere in questa terra, ma ancor più nella città capoluogo, risulta difficile. Si respira una brutta aria, tutto puzza di marcio, il tanfo è insopportabile, nelle città dell’equivoco, del pregiudizio, dei mercenari e dei corrotti. Gli enti locali si sono trasformati in account per affari spregiudicati, e chi fa politica è marchiato dalla lettera scarlatta del malaffare. Ho rappresentato un quadro troppo pessimistico della nostra terra? Eppure è questo quello che traspare, quello che vede chi guarda Terra di Lavoro da oltre il Garigliano. Quante volte ne abbiamo sentito parlare di “cambio di marcia” o di “inversione di rotta”, per poi accorgerci che si continua a marciare allo stesso modo e sempre nella stessa direzione. Siamo ormai abituati, rassegnati. Al prossimo rogo che oscurerà l’orizzonte, ci indigneremo nuovamente sui social, continueremo a inveire contro ignoti … per poi ritornar in quello stato vegetativo, assuefatto … catatonico. Eppure, alla luce degli eventi di ieri, che hanno visto presi d’assalto, da 40 carabinieri del reparto NOE di Roma su direzione della DDA di Napoli, che hanno perquisito e recuperati documenti dagli uffici del comune di Caserta, oltre che dagli studi professionali e dalle abitazioni del primo cittadino e di qualche dirigente; ebbene, mai come in questo adesso si delinea il momento cruciale per definire il futuro politico e amministrativo della nostra città. Quello che dovrà essere. Quello che sarà. Ovviamente, ci auspichiamo che quanto accaduto ieri sia solo un episodio e che tutto si chiarirà a favore dei soggetti interessati, anche perché dalle notizie apprese sembrerebbe che gli stessi non siano stati iscritti nel registro degli indagati e non abbiano ricevuto nessun avviso di garanzia, ma nemmeno possiamo immaginare che un tale spiegamento di forze dell’ordine si possa considerare una mera visita di cortesia. Ma torniamo al nodo cruciale, perché si prospettano più scenari all’orizzonte, una sorta di effetto sliding doors. Ogni azione del singolo può disegnare un futuro diverso, e l’azione del consigliere al voto è chiaramente sottoposta a innumerevoli pressioni e ripensamenti considerati i fatti accaduti. Partendo dalla premessa che nessuno dei consiglieri vuole andarsene ante tempo a casetta sua, possiamo affermare che gli stessi farebbero anche a meno di votarlo questo bilancio riequilibrato, documento contabile che è accompagnato dalla sua stilatura da non pochi rumors, rispetto alle eventuali conseguenze che potrebbe avere sui patrimoni di chi lo dovesse approvare, nel caso in cui la magistratura contabile ne ravvedesse delle incongruità. Ma non è solo il bilancio a allarmare i consiglieri, o meglio è anche il bilancio, perché alla luce dei fatti di ieri, alcune sensibilità sarebbero rimaste particolarmente scosse. Infatti, non essendo ancora chiaro il quadro dell’azione investigativa della magistratura su i vari filoni di indagine, che si sommano ad altre in corso, l’idea dei più è quella di prendere tempo sul da farsi, anche perché da più fonti arrivano voci sulla possibilità che il Ministero dell’Interno stia valutando un suo intervento drastico e questo potrebbe significare la fine della carriera “politica” per molti di loro. Insomma una bella spada di Damocle pende sulla testa dei 32 eroi di Palazzo Castropignano. Cosa sceglieranno per il bene della comunità? Perché la scelta non dovrebbe basarsi su considerazioni personali, considerato il ruolo di rappresentanza, ma dovrebbe essere frutto di valutazioni oggettive che tengano conto delle conseguenze e le ricadute economiche, sociali e d’immagine sull’intera città … ma alla fine, prevarrà il buon senso e ognuno di loro sceglierà una sliding door sperando solo di non rimanerci con le dita dentro!
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