LUIGI DI LORENZO, IL MUJICA DEL MATESE

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Piedimonte Matese…oltre le mura virtuali, oltre la vasca della piazza e lungo i sentieri che si inerpicano verso le sorgenti del Torano…una terra splendida, una dimensione imbalsamata…appena sfiorata dall’ambiguità degli interrogativi accennati…lasciati cadere lungo il percorso delle parole…Questo è ciò che si delinea sullo sfondo di ogni tentativo di riscatto…di singulto che lasci intravedere il timido tentativo di staccare la spina dalla presa centrale…oltre la quale si stende l’ombra greve del potere consolidato e che stringe in una morsa spietata i destini di una comunità, di più comunità. Luigi Di Lorenzo non era l’uomo giusto che assicurasse continuità alle logiche clientelari, alle parentele, ai giochi maleodoranti o appena appena ripuliti dalle carte decorate con la rituale abilità dei giocolieri di corte…Il José Mujica del Matese non ci sta…e quasi incosciente “descamisado” nella sua lucida follia, armato unicamente del concetto luminoso della libertà più luminosa, ha dichiarato guerra alle tele di ragno impalpabili,  che impolverano la vista ed offuscano i pensieri e si aggrovigliano impercettibilmente al pensiero ed uccidono lentamente la dignità…e nel tempo diventano sipari imbarazzanti tra l’istinto primordiale della giustizia e la volontà, riducendola in catene. Intravediamo la solitudine aspra del disinteresse…gli alleati dell’apparenza e gli amici inventati dalla necessità…avvertiamo le pressioni violente, le minacce, la blandizie…ed attendiamo il vento di ponente che travolga le titubanze “infette” e restauri il coraggio di esistere e l’orgoglio di “essere”.

1 commento

  1. Molta “poesia” in questo articolo.In verità al Signor Sindaco Luigi Di Lorenzo è mancato il passaggio fondamentale da porre in essere dopo la dichiarazione di dissesto. Avviare un discorso di responsabilità e chiarezza con tutti i cittadini di Piedimonte, mettendoli di fronte alle proprie responsabilità prescindendo da quanto dichiarato o promesso in campagna elettorale.Il problema è tutto qui. Il resto è storia nota.
    Umberto Riccitelli

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