“LA NONA PORTA”: LA PASSIONE DI POLAŃSKI PER L’ESOTERISMO

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la nona porta maxw 814 “LA NONA PORTA”: LA PASSIONE DI POLAŃSKI PER L’ESOTERISMODean Corso (interpretato da Jhonny Depp) è un esperto di libri rari. Viene ingaggiato per porre a confronto le tre uniche copie esistenti di un manuale d’invocazione satanica. Non è la prima volta che Polański si misura con questo genere di cinema: in “Rosemary’s baby”, una sorta di incubo cinematografico, si riferisce al Male, all’irrazionale, al diabolico. È una pellicola in cui non ci si orienta tra reale e fantastico, domina la sensazione di angoscia ed inquietudine. “La nona porta” è un successivo tentativo di film satanista, non paragonabile però a “Rosemary’s baby”: Polański ripropone temi a lui cari ma non pienamente sviluppati. Non ci sono le ambientazioni claustrofobiche e anguste de “L’inquilino del terzo piano”, né l’ambiguità di “Rosemary’s baby”. Le location sono suggestive, simili a quelle di “Eyes Wide Shut” (ultima opera di Stanley Kubrick), ma molte figure risultano buffe, più che spaventose. “La nona porta” non fornisce tutte le risposte necessarie, i colpi di scena sono dosati e non sorprendenti, l’intreccio non risulta efficace e la sensazione di spaesamento tende a disturbare piuttosto che ad affascinare.02263708 “LA NONA PORTA”: LA PASSIONE DI POLAŃSKI PER L’ESOTERISMOLa dimensione umoristica prende il sopravvento: Jhonny Depp, il prescelto di Satana, non convince; anzi, il protagonista sembra avvertire la stessa confusione che prova il pubblico, che tenta in tutti i modi di trovare una chiave di lettura brillante che sciolga l’enigma. La sensazione prevalente è l’attesa: lo spettatore aspetta impaziente l’arrivo del vero colpo di scena, quello che potrebbe stupirlo, spaventarlo (ci riferiamo al genere di paura che Polański ha sempre saputo far scaturire) e convincerlo della credibilità del film. Il regista scivola su luoghi comuni e addirittura sfiora la parodia. Se in “Rosemary’s baby” il Male era qualcosa di oscuro e insondabile, ne “La nona porta” la sua presenza è fin troppo concreta, quasi scontata. Le intenzioni erano buone, le aspettative erano alte, il risultato però crea incongruenza.nonaporta1 “LA NONA PORTA”: LA PASSIONE DI POLAŃSKI PER L’ESOTERISMO

A malincuore bisogna ammettere che la pellicola di Polański sembri irrisolta, piuttosto che stimolante. Non suggerisce molte riflessioni o punti di vista interessanti. Eppure, in altre opere del regista polacco non c’era bisogno del suo intervento per comprendere l’essenza; l’interpretazione è sempre stata volutamente libera, e lo spettatore è sempre riuscito a elaborare una personale riflessione pur trovandosi in atmosfere cupe in cui dominava la follia. “La nona porta”, dunque, si presenta comedownload 2 “LA NONA PORTA”: LA PASSIONE DI POLAŃSKI PER L’ESOTERISMO un’indagine inizialmente piacevole da seguire ma senza un eccessivo fascino, a meno che non si visioni con una diversa predisposizione evitando l’(inevitabile) paragone con precedenti e brillanti opere di Polański.

Mariantonietta Losanno