OSPEDALE, IL MEMORIALE DELLA DOMENICA 66

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(f.n.) – Qualche volta fa male al cuore ricordare, ma disintossica il fegato apprendere che la famosa giustizia “de noautri” applicata a doppia velocità sempre dalle parti “de noautri” per tradizione Ospedaliera, una volta colpiva al petto senza tanti complimenti…Ci fu un tempo in cui, a dimostrazione della difesa effettiva e non declamatoria, della Città di Caserta “non” colonia di Napoli, vi fu la dichiarazione di “decadenza” di un aiuto chirurgo, libero docente universitario, che aveva pensato bene di prendere la residenza fittizia in Via Battistessa, per capirci… proprio di fronte al carcere femminile…A ricordare la vicenda è il senatore Tami Ventre…incomparabile sorrisetto e memoria limpida,  in puro stile  “mazza ferrata”….uno stile che consideriamo squisitamente didattico, in aggiunta ad un sogno impossibile, che resta sempre il solito ed intramontabile: una gogna in Piazza Dante, nella cui morsa, inviare in soggiorno obbligato, almeno per un paio di giorni, con ritmi medioevali, chi delinque o soltanto ci prova… E’ garantito che passerebbero l’estro e la voglia a chiunque, di comportarsi in maniera non pertinente. O no?.. “Nel bando di concorso – racconta il senatore, a spiegazione della decadenza dell’aiuto chirurgo di quel tempo – avevo previsto l’obbligo per i candidati, di residenza anagrafica ed effettiva nel territorio di Caserta”. Ma non finisce qui, perché il nobile chirurgo “decaduto per cofecchia”, aveva a sua volta, una moglie, che era medico anestesista e collaborava con un notissimo chirurgo partenopeo, peraltro deputato della Dc, il quale, investito del problema, si rivolse al presidente della Camera dei Deputati…onorevole Giovanni Leone, già Maestro e Mentore dell’avvocato Tami Ventre…Ed il presidente Leone convocò il direttore dell’Ospedale, Ventre ed alla presenza dell’onorevole nonché chirurgo partenopeo, che mostrando una discreta elasticità morale, aveva accettato l’incarico dalla sua anestesista e si era prestato a perorare la causa a difesa della “cofecchia” imbastita da suo marito, gli chiese: “Mi dispiace, caro Ventre che ti faccia influenzare tanto…dai rivali di questo (segue il nome del chirurgo decaduto perché aveva preso la residenza fittizia a Caserta)…Inossidabile fu la risposta del senatore Ventre, che richiamò l’attenzione del presidente Leone, sul fatto che, se malauguratamente, un paziente operato dal chirurgo di cui sopra, avesse avuto bisogno di un suo intervento nella notte o in un momento in cui, il chirurgo non era in servizio ma nel suo luogo di effettiva residenza, costui avrebbe impiegato almeno due ore da Napoli per raggiungere Caserta…considerando le distanze e l’assenza dell’autostrada…Il presidente Leone, si rivolse allora al postulante in nome e per conto del chirurgo della cofecchia e gli disse: “…Questo… Peppì,…non me l’avevi detto…” e quindi rivolgendosi al senatore Tami Ventre, in perfetto ed incisivo dialetto partenopeo gli disse: “Hai fatt bbuon Ventre!”…E’ chiaro che i tempi per quanto riguarda i “postulanti” non sono cambiati…si postula oggi come si postulava ieri…ma forse sono sensibilmente diminuiti, fino a rischiare una prossima estinzione, coloro che, ascoltati serenamente e con interesse i postulanti, sia adoperavano per la verifica dei fatti e nel caso, li mandavano, opportunamente, a comprare il sale, con l’abito dello scuorno…Ebbene… la storia narra che l’applicazione delle, in cui indulgeva il senatore Ventre  e relativa scoperta delle “cofecchie”, abbia avuto nel tempo estimatori e violenti contrasti…ma abbia anche favorito la sua campagna elettorale alla Camera…Infatti sono in molti a ricordare la coalizione a sostegno della sua candidatura, al grido di: “Mandiamolo a Roma!,…votiamolo!….dobbiamo votarlo, così ce lo togliamo dalle scatole.”. Si racconta che tra i più accaniti tifosi dell’onorevole Tami Ventre ci fossero i telefonisti dell’Ospedale! Hasta el Domingo!

1 commento

  1. Magari oggi mandassero a verifica quei dirigenti improduttivi. A Caserta nessun dirigente va a verifica, la produttività o le varie premialità vengono date a pioggia e così solo chi ha una coscienza lavora mentre i “soliti furbetti” fanno cumuli di incarichi da mettere a curriculum senza produrre nulla

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