TRUFFA IMMIGRATI, IL MINISTRO SIBILIA: “METODI MAFIOSI”

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immigrati 1217 TRUFFA IMMIGRATI, IL MINISTRO SIBILIA: METODI MAFIOSIPresunta truffa ai danni dello Stato ed associazione a delinquere finalizzata alla corruzione con l’appropriazione dei fondi destinati agli immigrati.

Dalle prime luci dell’alba, i militari  della Guardia di Finanza di Frosinone e gli agenti della Questura dello stesso capoluogo ciociaro hanno eseguito, su disposizione del gip presso il Tribunale di Cassino, Domenico di Croce, ordinanze di misure cautelari personali e reali in tre diverse regioni (Lazio, Campania e Molise) e cinque province (Frosinone, Latina, Rieti, Caserta ed Isernia), nei confronti di appartenenti a due gruppi attivi nel settore dell’accoglienza ai migranti. Quattro i casertani coinvolti.

Le indagini, iniziate nel 2016, coordinate dal procuratore capo di Cassino, Luciano d’Emmanuele, e dal sostituto procuratore Alfredo Mattei hanno acceso i riflettori su un articolato sistema di frode che, anche grazie alla corruzione di pubblici ufficiali preposti ai controlli e a sindaci, ha consentito l’appropriazione indebita di ingenti somme di denaro stanziate per l’accoglienza.

In merito alla vicenda il Sottosegretario all’interno Carlo Sibilia ha dichiarato:

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Carlo Sibilia, sottosegretario all’interno

“L’operazione di questa mattina degli uomini della Polizia di Stato e dei militari della Guardia di Finanza di Cassino ha scoperchiato, tra Lazio e Campania,  un sodalizio criminale attivo nel settore dell’accoglienza ai migranti che, se si considera – spiega Sibilia – che vi sarebbero coinvolti anche pubblici amministratori, racconta una storia di corruzione piuttosto inquietante. Ancora una volta emerge lo schifo del business della gestione dell’accoglienza, in cui si scoprono sistematicamente coinvolti politici ed ex politici di centrodestra che mentre di giorno propalano notizie sull’emergenza migranti, di notte truffano lo Stato. Come ormai sovente accade –  aggiunge il Sottosegretario – mentre in Umbria si grida all’invasione, nel Basso Lazio si fanno affari d’oro con le risorse destinate ai rifugiati.

Anche in questo caso, probabilmente, non si potrà definire “mafia” come quella “Capitale” ma da quello che emerge dall’ottimo lavoro della Procura, i metodi sono proprio quelli delle consorterie mafiose. Ben vengano le indagini sul perverso giro di distrazioni di quattrini pubblici ordito – a quanto si apprende – da dipendenti pubblici ed amministratori e politici, ricordiamo sempre che sono questi delinquenti che alimentano, spesso artatamente, l’allarme sociale sui migranti, per poi lucrare su di loro per far soldi”