POLEMICHE E STRASCICHI CHE FINIRANNO IN TRIBUNALE AI MARGINI DELLA SENTENZA PER IL DELITTO TONDI

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 DUELLO A DISTANZA TRA “QUARTO GRADO” E L’AVV. MASTELLONE DIFENSORE DELL’IMPUTATO 

–   di Ferdinando Terlizzi   –             

        In seguito alla polemica innestata dalla trasmissione tv “Quarto Grado”, andata in onda ieri su rete 4, in occasione della registrazione della udienza per la emissione della sentenza per il delitto di Katia Tondi, nella quale il marito Emilio Lavoretano è stato condannato a 27 anni di reclusione, abbiamo chiesto all’avvocato Natalina Mastellone, accusata di aver tolto il microfono alla giornalista Ilaria Mura ed il conseguente ricovero in ospedale di una collega di studio Ilaria Labate (frattura multipla), il suo pensiero in merito. 

 D: Sembrerebbe che quarto grado le abbia mosso un non proprio velato rimprovero per aver allontanato il microfono di una sua giornalista, avvocato ci può spiegare cosa è successo?

Avv. Natalina Mastellone tra Labovorino e Terlizzi 150x150 POLEMICHE E STRASCICHI CHE FINIRANNO IN TRIBUNALE AI MARGINI DELLA SENTENZA  PER  IL DELITTO TONDI
Avv. Natalina Mastellone

“In un paese civile un imputato non può essere rincorso, nè il suo difensore. Si è liberi di rendere dichiarazioni e di non farlo e scegliere con chi parlare. A seguito del comportamento molesto della dott.ssa Ilaria Mura, una collega è caduta fratturandosi il capitello radiale, la cuffia del nuotatore e ha riportato contusioni multiple. Lesioni che la tengono, dolorante, a letto. Per quanto riguarda il deciso allontanamento del microfono della giornalista, occorre precisare che la stessa non consente altro tipo di atteggiamento a meno che non si debba sottostare ai suoi continui soprusi. Alla signora, in questi sei anni di processo è stato, più volte, ribadito, di non voler rilasciare dichiarazioni che, peraltro, mai sono state rilasciate nemmeno ad altre testate, se non un’unica volta, alla Rai, pochi giorni dopo il delitto. Ciò a riprova della poca propensione a sedere nei salotti televisivi.

In aula, dopo la lettura del dispositivo, la signora, nel momento in cui ha visto altro giornalista avvicinarsi, è letteralmente piombata verso l’imputato. Le è stato detto di non volerle rilasciare interviste e per evitare la sua irruenza, l’imputato ha chiesto scusa al giornalista con cui stava parlando ed ha lasciato repentinamente l’aula. La giornalista ci ha raggiunto e in un primo momento ha posizionato il suo microfono ad una distanza tale da non infastidire ed infatti non è stata allontanata. Il gesto si è reso necessario nel momento in cui nella curva del corridoio del tribunale, la signora, per poter continuare a carpire quanto veniva dichiarato ad altra testata giornalistica, mi piombava addosso creandomi notevole fastidio. La giornalista che, evidentemente, disconosce il rispetto dell’altrui volontà, ha deciso di rincorrerci anche per strada, creando disagio anche al povero malcapitato operatore il quale le faceva notare di non riuscire a starci dietro evidentemente per il peso della camera e a cui la signora, gentilmente, rispondeva di cambiare lavoro.

La dott. Mura, nel mentre ci inseguiva profferiva una serie di frasi nei confronti dell’imputato con il chiaro scopo di suscitare una reazione. Nessuno le rispondeva e lei continuava affermando di voler dare voce all’imputato, dimenticando che il momento migliore in cui avrebbe potuto farlo era il giorno in cui la difesa ha fatto la sua arringa. La giornalista e tutti i colleghi della sua testata erano evidentemente impegnati, tanto da essere assenti! Eppure fino a quel momento nè il Lavoretano nè la difesa avevano reso dichiarazioni, quindi sarebbe stato davvero opportuno, in un contesto giornalistico equilibrato raccogliere le osservazioni della difesa.

Successivamente, quando la dott.ssa Mura affannata dalla maratona giornalistica, si trovava qualche metro dietro, non riuscendo ad avere dichiarazioni dall’imputato nè dal suo difensore, ha chiesto una dichiarazione alla collega di studio che durante il tragitto era con noi, avvicinandosi in maniera maldestra. La collega è caduta!

Questo modo di fare giornalismo è deprecabile. Tengo a precisare che siamo stati inseguiti e molestati solo dalla dott.ssa Mura, inviata della trasmissione televisiva ‘Quarto Grado’ non da altri giornalisti benché l’aula fosse gremita di giornalisti locali e della Rai.

Mi rammarico anche che dopo una sentenza per un delitto così grave, il servizio di ordine pubblico appositamente predisposto non sia intervenuto; eppure, già all’uscita dell’aula, alla presenza di una folta rappresentanza delle forze dell’ordine, si era creato un clima di tensione tale da vedermi costretta ad allontanare bruscamente il microfono della giornalista. Tanto, avrebbe suggerito, un controllo effettivo ed un eventuale intervento, se necessario. Di fatto, la collega, ha riportato gravi lesioni”.

D: Si è parlato di un’auto goal della difesa in relazione alle dichiarazioni rese dal suo consulente professore Fineschi. Come spiega le dichiarazioni che effettivamente sembrerebbero nuocere alla difesa?

“Il prof. Fineschi è stato sentito per circa quattro ore, dopo il perito. La sua audizione si è protratta fino al pomeriggio inoltrato, e non si è sottratto alle numerose domande poste da tutte le parti processuali, che hanno approfittato della sua riconosciuta competenza per chiarire aspetti di natura medico legale. Fatta questa premessa per quanto concerne le questioni tecniche ritengo di affrontarle dopo il deposito delle motivazioni. Relativamente al presunto autogoal, per ora, le fornisco direttamente copia dei verbali in cui vengono sentiti il professore Fineschi, mio consulente e quello in cui viene sentito Ezio Denti, consulente della parte civile, il quale specificatamente riferisce, a seguito di domanda dell’avv. Giordano, che l’assassino è destrimane e che ha esercitato più forza a destra. Dai verbali potrà trarre direttamente le sue conclusioni. Fa parte dello stile di chi ha mandato in onda lo spezzone dell’escussione del professore, non fornire al telespettatore la piena e fedele ricostruzione dei fatti. In relazione a quanto affermato dal dott. Garofano, non le fornisco il verbale poiché il pool di esperti, da lui capeggiato, non ha evidentemente ritenuto di interesse l’argomento in esame, difatti non c’è nulla di osservato e dichiarato a tal riguardo. Mi riferisco alla maggiore forza esercitata a destra o a sinistra.

Mi consenta di aggiungere che è oltremodo farsesco il solo pensare che il consulente della difesa, prof. Fineschi, professionista di comprovata esperienza potesse ‘rivedere’, in udienza, le sue osservazioni scritte!”