Ci sono tanti film sul Natale. Ormai li conosciamo tutti, e ad alcuni siamo più affezionati. C’è un film in particolare però, che si rivolge sia ad un pubblico infantile che adulto, e che racchiude il vero significato del Natale: “Miracolo nella 34 ª strada”. Il film è il remake del celebre film (con l’omonimo titolo) del 1947 diretto George Seaton.
Susan Walker ha sei anni e non crede a Babbo Natale. È stata proprio sua madre a rivelarle il segreto, e da allora Susan non nutre più alcun dubbio a riguardo. Però, dopo l’incontro ai grandi magazzini con uno speciale Babbo Natale convinto di essere quello reale, la bambina inizia a credere. A causa di sotterfugio Babbo Natale finisce sotto processo e rischia di finire in un ospedale psichiatrico. Un avvocato coraggioso si batterà e riuscirà a dimostrare l’impossibile: l’esistenza di Babbo Natale. “Io le chiedo di scegliere tra una bugia che apre i cuori alla speranza e una verità che provoca solo dolore”: sono queste le parole che l’avvocato rivolge al giudice per riuscire a convincerlo. Proprio in questa frase è contenuta l’essenza di questo film. Ovviamente non stiamo parlando di grande cinema, o di maestri della regia. Non è questo il punto su cui vogliamo soffermarci. Questa pellicola non ha bisogno e non ha neanche la pretesa di far parte di un cinema di alto livello: è una commedia, un film da poter vedere in famiglia nel periodo di Natale. Quello su cui vogliamo porre l’attenzione è un concetto semplice che il film riesce ad esprimere pienamente: abbiamo bisogno di credere in qualcosa, soprattutto se quel qualcosa ci rende felici. Il punto non è credere nella persona di Babbo Natale, ma credere all’idea che ci possa essere un uomo che per una notte all’anno riesca a rendere tutti i bambini felici e soddisfatti. È un pensiero infantile forse, ma battiamoci ancora per difendere i sentimenti buoni, puri, e le favole, che se lette con il giusto mix di razionalità e immaginazione, riescono ancora ad emozionarci.
Come è possibile sostenere realmente l’esistenza di Babbo Natale? E d’altra parte come possiamo sostenere che sia un essere immaginario? Il film ci fa ascoltare entrambe le campane, mostrando un mondo fatto di disillusione e di regali che vanno comprati, ma anche di magia, in cui i bambini rivelano i loro più intimi desideri a Babbo Natale e aspettano che vengano realizzati. Non vogliamo utilizzare frasi banali o insistere sul fatto che nel periodo storico in cui ci troviamo tutti questi sentimenti buoni non esistono, piuttosto cerchiamo solo di affermare che anche un film che non presenta un cast d’eccezione, e non è diretto da uno dei maestri del cinema, merita il suo rispetto e la sua attenzione. Una cosa può essere reale anche solo credendo che la sia, abbiamo ancora bisogno di credere alle favole giuste e educative.
Mariantonietta Losanno