OSPEDALE, IL MEMORIALE DELLA DOMENICA 81

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(f.n.) – Aorn di Caserta, anno zero. E se qualcuno iniziasse a togliere la mano posticcia di bianco ai sepolcri?, a fare emergere il vero colore delle cose e l’autentico valore dei personaggi?, e se, senza perdersi nei tortuosi meandri del “politically correct”, sistema fasullo, ufficialmente adottato e regolarmente violato, dietro l’angolo “nei peggio modi” e guardassimo in faccia la verità?, e se gli errori, i fallimenti, le bavose difese d’ufficio, i bluff, i titoli fasulli, l’incapacità e via col tango, venissero sciorinati in maniera nuda e cruda, ne prendessimo atto e decidessimo di resettare e cominciare daccapo?, non sarebbe forse la maniera giusta di riappropriarsi idealmente, di una struttura, dal cui funzionamento e dalla cui qualità, potrebbe dipendere e sicuramente dipende, la nostra possibilità, all’occorrenza, di sopravvivenza? Sarebbe ora di sfrondare i vari curricula “raccontati”, dagli orpelli e considerare con attenzione, se lo stipendio che qualcuno si porta casa, corrisponda, almeno in parte, a ciò che produce. La sfilata virtuale dei “bellilli” in camice longuette, in omaggio alla posizione di papà, di mammà, di zizì e di chicchiricchi, in momenti come questo, fa rabbrividire…momenti in cui la politica gioca il suo ruolo, rituale ed infame, chiudendo brutalmente la certezza del futuro sulla faccia di alcuni, per favorirne altri, vittime predestinate, che offrono il loro bisogno al pasto della belva…Ebbene, non è mai troppo tardi, per iniziare  a leggere tra le righe, là dove la contraddizione gode di una sua brillante evidenza… Scusate, ma “cosa fa” il direttore p.t. della Uoc Risk Management?, scusate, ma cosa fa il direttore della UOC Organizzazione e Programmazione dei Servizi Sanitari?, in un Ospedale in cui il rischio si taglia con il coltello e dei servizi sanitari non si conosce neppure il significato?,  ed ognuno procede per i fatti propri secondo i cumparielli e le cummarelle che coprono, tacciono e apparano?, avete ragione: siamo brutti, sporchi,  cattivi e malpensanti, perché una dimostrazione di rara efficienza c’è stata e soprattutto di prevenzione dei rischi…e noi non l’abbiamo apprezzata!…In un colpo solo, infatti, con i traslochi cosmici di Santa Tetta, entrambi i “bellilli” dei servizi sanitari e dei rischi, sono finiti a “capasotto” nel pozzo…ma forse non se ne sono neppure accorti… Ma i figli di papà possono questo ed altro e poi ci sarebbe il terzo figlio di papà, anzi “primus inter pares”…ebbene il giovane Paolo Calabrò, capodipartimento delle Scienze Cardiologiche e Vascolari, anche lui,  in quanto ad organizzazione,  sembra veleggiare a quattro metri da terra e non avere contezza reale,  delle necessità dei vari reparti che afferiscono al Dipartimento…infatti, dinanzi al problema sollevato dai tre infermieri della Sala Operatoria Cardiochirurgica, che hanno dichiarato di non essere più disposti a sobbarcarsi un numero superiore a 6 reperibilità a fronte delle 10-15 che fanno al momento, il Calabrò non ha perso tempo a riflettere e forse abituato a sbattere i piedini per terra, ha riempito le caselle rimaste vuote, con personale della Terapia Intensiva Cardiochirurgica e dell’Utic… è appena il caso di sottolineare che all’Utic, oltre ad essere occupati i letti disponibili, vi sono sovente tre o quattro pazienti in barella ed il personale è già ridotto…ma non finisce qui, dal momento che, persino noi profani, siamo in grado di riflettere su un dato….l’infermiere di sala operatoria ha una esperienza specifica, che si distribuisce tra tempi particolari, manovre, attrezzature ed altro…come può essere sostituito con infermieri esperti in altre mansioni? Noi crediamo che, per affrontare adeguatamente una emergenza improvvisa in sala operatoria, siano soprattutto necessarie, velocità e destrezza, o no? Inoltre…dovremmo interrogarci su un altro dato… In sala operatoria cardiochirurgica vi sono 5 infermieri di mattina, sia pure con le anomalie di cui abbiamo già parlato, e 3 reperibili mentre al sesto piano, dove sono allocate le 2/3 sale operatorie, che “servono” tutto l’Ospedale, quindi al cui interno si affrontano tutti gli altri tipi di intervento, tranne quelli cardiochirurgici, vi sono soltanto 3 infermieri… qualcosa non torna …anzi…non torna per niente…ma quanti interventi si effettuano in Cardiochirurgia?, qual è la media?…Forse fare due calcoli non sarebbe poi un’idea sbagliata, o no? Scusate e ritorniamo al punto di partenza…ma su quale satellite è allocata la Direzione sanitaria?, e in quale fiordo norvegese soggiorna il brillante esaminatore dei rischi possibili?, e su quale palafitta delle Maldive riposa il responsabile dell’organizzazione dei servizi sanitari?  I tre magnifici eredi intoccabili e la sub-mammà… Hasta el Domingo!

1 commento

  1. Sono quelle descritte dinamiche non semplici da sciogliere , sino “matasse” radicate nella tempo . È indubbio che un infermiere di Sala Operatoria non lo costruisci dalla sera alla mattina , così come non formi tutti quelli che lavorano in UOC ad altissima specialità . Ci sarebbe bisogno che il Sindacato intervenisse in maniera energica sulle competenze specialistiche e prendesse dalla Azienda una formazione continua delle sue risorse umane . Andrebbe rivista l’Organizzazione del lavoro e con essa i carichi di lavoro . L’Azienda ha l’obbligo di formulare un piano annuale per le Pronte Disponibilità cosa che non vorremmo sbagliarci ma non ci risulta essere stato fatto .
    Bisognerebbe applicare il CCNL solo così si garantirebbe il personale e con esso l’utenza che afferisce alla struttura
    Antonio Eliseo Nursind

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