LETTERA APERTA DI MARIA ERMINIA BOTTIGLIERI PRESIDENTE DELL’OdM

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CASERTA – «21 febbraio 2020 – 21 marzo 2020. È trascorso un mese e stiamo combattendo una guerra che sembra non finire con tante, troppe vittime. Quando e se finirà tutto ciò, lascerà una ferita profonda in ognuno di noi che non so se potrà mai guarire». Così esordisce la presidente dell’Ordine dei Medici di Caserta Maria Erminia Bottiglieri. E continua: «Siamo tutti profondamente provati da quanto sta accadendo ma non ci possiamo fermare a piangere, dobbiamo continuare a lavorare, a trovare soluzioni che possano arginare questa ecatombe. I Professionisti della Sanità sono stremati, spesso in lacrime per i tanti pazienti che muoiono, stanno facendo l’impossibile, una corsa contro il tempo… ma hanno i mezzi sufficienti per lottare? Purtroppo no… Basta leggere i tanti comunicati del Presidente della FNOMCeO Filippo Anelli, sulla problematica dei dispositivi di sicurezza che fanno capire come stiamo lavorando. Mi confronto spesso con i colleghi Presidenti di tutta Italia e ascolto le loro testimonianze drammatiche, in particolare quelle dei colleghi delle regioni più colpite, che parlano con un sentimento misto di rabbia e dolore, con le lacrime agli occhi per la perdita di tanti amici e medici.

Nella mia mente, che non può riposare, si susseguono domande e riflessioni: sono sufficienti le restrizioni adottate dal Governo? Senz’altro sono indispensabili e tutti i cittadini debbono rispettarle in maniera categorica rimanendo a casa, ma guadando il modello cinese forse si potrebbe fare qualcosa in più e mi riferisco ai medici che lavorano negli ospedali COVID, negli ospedali in genere, ai cittadini che devono essere posti in quarantena / isolamento e che, a mio avviso, dovrebbero stare in luoghi diversi (esempio alberghi, strutture militari) e non convivere con i loro familiari.

Altra considerazione è relativa alla possibilità di eseguire tamponi al personale sanitario in maniera periodica e non isolata perché in tale caso non avrebbe senso. È utile? Senz’altro sì, perché ci consentirebbe di individuare i positivi. E cosa fare? In attesa di esito, li possiamo isolare o devono continuare a lavorare come previsto dal Decreto?

Abbiamo tamponi sufficienti per screenare anche tutto il personale sanitario? Abbiamo un numero idoneo di laboratori che possano leggere tanti tamponi in tempi brevi?

Un ultimo quesito è relativo alla carenza di medici specialisti. Da quanto tempo si sta chiedendo a voce alta di non aumentare il numero di iscrizioni a Medicina ma il numero di posti di specializzazione? Richiesta non ancora evasa e ora ci si accorge che servono medici specialisti con urgenza!

Come vedete ancora tante, troppe domande cui spero di trovare risposta in tempi brevi,  prima che tanti medici continuino a morire lasciando senza assistenza i cittadini italiani».