“PSYCHO”: IL REMAKE DI GUS VAN SANT DEL CULT DI HITCHCOCK 

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Gus Van Sant

Alcuni film sono intoccabili. Persino ipotizzare di realizzare un remake sembrerebbe assurdo e pretenzioso. Eppure -nonostante si tratti di Hitchcock- quello di Gus Van Sant si presenta come un omaggio, lungi dall’essere un tentativo di introdurre nuovi elementi o di modificare l’assetto del film: “Psycho” è fedelissimo all’originale cult di Hitchcock del 1960, ma con qualche virtuosismo.

Gus Van Sant segue minuziosamente le stesse inquadrature, gli stessi tagli di montaggio; riprende gli stessi dialoghi e la stessa trama, ma qualcosa di personale -e non azzardato- è riscontrabile: innanzitutto, il passaggio dal bianco e nero al colore, che seppur non essendo un esercizio di stile attribuisce un nuovo aspetto all’opera; la rappresentazione della violenza che GAL 4 scaled “PSYCHO”: IL REMAKE DI GUS VAN SANT DEL CULT DI HITCHCOCK acquisisce una propria identità e si distacca da quella di Hitchcock (Van Sant inserisce, infatti, delle immagini nuove all’interno delle scene clou); un nuovo e ottimo cast (Vince Vaughn, Anne Heche, Julianne Moore, Virgo Mortensen) a cui il regista conferisce una connotazione diversa ma comunque coerente rispetto all’originale.

“Psycho” si presenta, dunque, come un prodotto a sé stante. È un’occasione per (ri)apprezzare il classico di Hitchcock (nel caso in cui ce ne fosse bisogno), ma non si presenta come un semplice remake, quanto piuttosto una trasformazione raffinata. Che le opere del maestro del brivido non potessero e dovessero essere contaminate è un fatto, ma gus van sant rivelato motivi spinsero realizzare remake psycho v3 337984 scaled “PSYCHO”: IL REMAKE DI GUS VAN SANT DEL CULT DI HITCHCOCK Gus Van Sant, con uno stile delineato e maturo, ha saputo aggiungere senza togliere: “Psycho” è un’opera personalizzata che si rivolge ad un pubblico esigente e colto; sicuramente, chi non ha studiato l’originale di Hitchcock non potrà apprezzare ugualmente il “restyling”. Ci sono spunti personali di rilievo, è l’occhio di Gus Van Sant (per l’appunto, l’occhio che guarda dallo spioncino è una delle scene più importanti dell’opera) che riesce a fornire un plus senza “sporcare” o meglio “disonorare” il cult di Hitchcock.

maxresdefault3 scaled “PSYCHO”: IL REMAKE DI GUS VAN SANT DEL CULT DI HITCHCOCK Quella di Gus Van Sant è un’ “appropriazione indebita”, ma che il pubblico giustifica ed apprezza: il regista mette in scena i suoi mezzi e le sue tecniche riuscendo così a realizzare un prodotto affascinante e di livello, sta poi allo spettatore cogliere tutte le variazioni, alcune palesi, altre celate con astuzia. In questo caso però, ci si accorge della presenza di Gus Van Sant, che è sempre stato quello che Hitchcock ha evitato di fare: in riferimento ad un film di questo calibro era però un rischio da preventivare ma ugualmente da correre.MV5BNzQxNTBjZDUtYzdiZS00ZmEzLWI1YzQtNGExZGQ2MTcyMzgwXkEyXkFqcGdeQXVyMjUyNDk2ODc@. V1  scaled “PSYCHO”: IL REMAKE DI GUS VAN SANT DEL CULT DI HITCHCOCK 

Mariantonietta Losanno