OSSERVATORIO MILITARE: IL VIRUS CHE “COLPISCE” COME L’URANIO

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Riceviamo e pubblichiamo una nota dell’Osservatorio Militare permanente e centro studi per il personale delle Forze Armate, Forze di Polizia e società civile.
osservatorio militare 300x180 OSSERVATORIO MILITARE: IL VIRUS CHE “COLPISCE” COME L’URANIO“Si resta basiti – si legge nella nota – leggendo il parere firmato in Commissione Difesa Senato da alcuni Senatori. Il parere tende a tutelare i Vertici Militari da eventuali rivalse poste in essere dal personale che, costretto ad operare senza alcuna precauzione, esattamente come il caso uranio, potrà poi richiedere i danni ai Vertici. Dal provvedimento, seppur firmato da personaggi conosciuti nell’ambiente militare, si evincono due aspetti drammatici: le 160 sentenze di condanna ottenute dall’Avv. Tartaglia dell’Osservatorio militare sulla questione uranio e la perseveranza nell’anteporre la tutela della classe dirigente sul personale. Vero è che questa posizione è anche di fatto una chiara ed evidente ammissione di colpa di quanto accaduto venti anni fa e di cui ancora oggi stiamo pagando, ma conferma anche l’incapacità che hanno questi signori che troppo spesso si sono dichiarati paladini del personale delle FFAA e delle FFOO, di capire che il personale delle nostre FFAA, a differenze di chi li comanda, non ha ideologia, non ha appartenenza politica, ma si sente chiamato ad un compito più alto: garantire la democrazia. La democrazia però non potrà mai essere gestita da uomini che basano la loro azione politica sulla menzogna e su altri interessi che non siano quelli nazionali. Il momento è difficile per tutti, anche per le famiglie di coloro che hanno pagato con la vita o per chi strapagando perché affetto da tumore dovuto all’uranio. Ovviamente gli autori di questo parere privo di pregio giuridico, a tacer d’altro, come oggi, erano in quel palazzo già 20 anni fa, quando la tragedia della bugia istituzionale raggiunse il massimo consentito per una Repubblica che si definisce democratica. Un soldato non teme di operare in ogni condizione, un soldato teme semmai che chi lo governa lo faccia con bugie e secondi fini; il soldato teme che chi lo governa possa discriminarlo con il Generale quando si parla di sicurezza anche se già “scottati” dalle condanne ricevute proprio in tema di tutela del lavoratore (ed ora corrono ai ripari). Invitiamo questi Signori, pur conoscendo la loro permeabilità alle richieste della base (molto attenti però ai Generali), a ritirare il parere che offende ed inorridisce chi, in questi momenti ed a differenza Loro, opera sul territorio rischiando come sempre la propria vita per garantire libertà e democrazia per il popolo. Concetto questo, evidentemente molto distante dalla filosofia politica che ha dettato questo parere”.