INTOLLERANZA E IDEOLOGIA

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            –      di Ciro Esposito      –                      racconto caserta ciro esposito scaled INTOLLERANZA E IDEOLOGIA                      

Il mio ultimo appunto l’ho chiuso col sostantivo “persecuzione”: nulla di più errato, perché avrei dovuto usare termini più appropriati … insofferenza, ostracismo, intolleranza politico-ideologica che nei miei riguardi nutrivano quelli che di fatto si ritenevano i padroni della politica casertana…Mi consideravamo I’abusivo dopo che la mia esperienza rivoluzionaria di Sindaco f.f. aveva palesato le mie potenzialità e aveva infastidito i pseudo “guidatori” … In buona sostanza, col silenzio e l’operosità, avevo detto a chi non lo voleva capire …Qua ci sono anche io. Eppure avrebbero dovuto conoscermi bene perché sedevo nel Consiglio Comunale dal 1956 e non mai scaldato soltanto la sedia. Avevo lavorato proficuamente e ottimamente, come assessore; avevo riorganizzato e razionalizzato i Mercati e bene operato nella Sanità valorizzando incarichi che erano considerati di seconda categoria …Loro tenevano soltanto per l’assessorato per le Finanze e per quello ai Lavori Pubblici che gli consentivano di disegnare e determinare a piacimento i destini della Comunità e concedevano agli alleati, coi quali formavano l’amministrazione, soltanto le briciole… quegli incarichi che io definivo la “scopa“! Ma il Ciro Esposito di allora, quello venuto dalle esperienze del marciapiede, solito a maneggiare bene ogni attrezzo, al pari di ogni strega che si rispetti, sapeva farlo volare, il che faceva crescere molto i suoi consensi elettorali ma anche le inimicizie e le antipatie … Per i plenipotenziari locali dei partiti che andavano per la maggiore, la simpatia degli elettori per l’abusivo rappresentavano un oltraggio; un fatto intollerabile, inconcepibile e insopportabile …Ciro Esposito, senza supporti finanziari, otteneva quello che a loro costava troppo, quindi, non era I’ avversario politico ma il nemico da abbattere con ogni mezzo…! Dopo anni ci sono riusciti Era, incontrollabile e non manipolabile; osava cimentarsi sfacciatamente con i forti pericolosità, se ne fotteva che il suo positivismo attivo bloccava senza valutarne lai piani di quelli che erano interessati a mantenere lo status quo … per avere le mani libere.

Il boicottaggio; quello alla luce del sole si concretizzò nel 1970 quando osai affrontare un tema importante per le sorti della città: la viabilità! Il traffico era caotico, con assenza o ignoranza di ogni norma regolamentare… proprio come quello di oggi …Era, come se Caserta non avesse mai avuto una Amministrazione degna di tale none. Avevo già bonificato i Campetti, realizzato Piazza Garibaldi, istituito i sacchetti per la monnezza, rialberata Piazza MATTEOTTI e non erano ancora passati 50 giorni che mettevo mano anche alla riorganizzazione del traffico (avevo fretta perché sapevo che non sarei durato a lungo) …un obiettivo visibilissimo e ciò angosciava i notabili della D.C! Ma i nemici, nel giorno della attivazione del Piano, mi “regalarono” lo sciopero ad oltranza dei vigili urbani iscritti alla CISL, (quasi tutti), il cui rappresentante sindacale, Enzo Feola, avanzò una serie di rivendicazioni pretestuose…Era il boicottaggio contro l’amministratore che, senza permesso e senza prendere ordini si illudeva di risolvere i problemi caldi; ma io avevo l’asso nella manica …sapevo far volare la scopa! Il piano Esposito per il traffico cittadino, come lo definirono i giornali, (Il mattino, Roma, il Tempo e la Gazzetta di Caserta) parti ed era il rimaneggiamento, molto ampio, del piano dell’ing. Podestà, di cui sapevo qualcosa. Il piano era stato commissionato, pagato e parcheggiato, da tempo immemore, sul binario morto per i pareri discordanti tra amministratori. I punti critici della viabilità casertana sono sempre stati Piazza Amico, Piazza Marconi e Piazza Dante e poiché il mio piano poggiava sulla teoria dei Sensi Unici neutralizzando i semafori esistenti collocai in quei punti nevralgici gli unici tre vigili non scioperanti perché non iscritti alla CISL: Filippo Scola, Nicola Smarra e Petrillo Roberto. Tutto andò bene! La viabilità risultò snella e spedita. La mia teoria sull’allungamento del percorso al servizio dei sensi unici si dimostrò vincente come pure quella della inutilità dei semafori esistenti (avevo ragione già allora e, oggi, lo dimostrano le rotonde); diversamente perché sarei andato al convegno sul traffico di Stresa…? Ascoltai, memorizzai e attuai.

I padroni assorbirono male I’ avvenimento e il rancore verso Ciro Esposito si trasformò in odio al punto che, nell’accordo coi dirigenti provinciali del PSDI, per la formazione della Giunta Comunale, pretesero la testa di Ciro Esposito che gli fu offerta su un piatto di argento…Entrò in Giunta il prof. Andrea Ianniello che per la DC era un elemento molto malleabile…Ma in politica bisogna anche saper attendere e nel 1973, da componente del direttivo provinciale del PSDI, divenni assessore.

Ma a proposito di boicottaggio devo ricordare quello dei Comunali iscritti alla CISL quasi tutti perché la DC era il potere a Caserta) il cui rappresentante provinciale Roberto Linguiti presentò la richiesta per una serie di rivendicazioni tra le quali quella del pagamento di 40 Milioni per le ore di lavoro straordinario fatto e non pagato.

Lessi la nota delle rivendicazioni accettandole tutte perché i lavoratori avevano ragione! Il Linguiti, protestò perché non era stato sentito…avrebbe voluto concertare; cioè fare la sceneggiata! … Senza riceverlo gli feci sapere che non c’era bisogno di alcuna concertazione avendo io soddisfatto tutte le richieste. Si incazzò e minacciò fuoco e fiamme. Intanto, con apposita Ordinanza Sindacale, disposi il pagamento dei 40 milioni per il lavoro straordinario pregresso e qui scattò la trappola preparata dai signori perché quel pagamento non potevo autorizzarlo senza una apposita delibera della Giunta…Non appena il mandato avrebbe prodotto gli effetti voluti era pronta la denunzia alla Procura per peculato per distrazione…Cioè, avevo dato ai lavoratori che ne avevano diritto, i soldi che mi avevano chiesto…Ma da solo non potevo farlo, dovevamo essere almeno in quattro ad autorizzarlo: ero colpevole e avrei pagato per colpa burocratica giustizia e guerra.

Ma il mio Angelo Custode mi salvò. Il Segretario Generale Dott. Emanuele Ciocia, che era in congedo per malattia, appena saputo del fattaccio, convocò 3 assessori e gli fece firmare l’atto…Se non avessi avuto quell’Angelo sarei stato condannato senza colpa, come hanno fatto anni dopo per… eccesso di dovere. A questo punto ml preme far presente , a coloro che intendono cimentarsi nell’agone politico che se sono riuscito a diventare un decente o appena passabile amministratore lo devo alla mia determinazione, al mio coraggio (incoscienza?) all’aver letto e imparato il “libro” e devo ringraziare due persone; due Uomini con la U maiuscola: Emanuele Ciocia che mi ha insegnato a fare l’amministratore e Luigi Preti che mi ha inculcato il senso dello Stato…checché ne scrissero, poi, per interessi di bottega, gli amici dei miei nemici.

Ma questa storia non è finita.