CASAGIOVE…ADESSO: IL QUARTIERE MILITARE E’ SIMBOLO DELLA CITTÀ RECINTATA

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a cura di Jenny Longobardi

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CASAGIOVE (CE) – Come se ci fossimo destati da un sonno profondo soltanto da alcuni giorni siamo ritornati a rivivere le strade della città e ad impattarci nuovamente con la dura realtà casagiovese. Dove eravamo rimasti? Alla fragilità delle tegole dei pochi monumenti superstiti, che come stelle cadenti si sono infrante al suolo, alla pampa selvaggia del centro sportivo Hermes, alle strade ricomposte a mò di puzzle, alle scuole strutturalmente carenti e al grido unanime dei bambini che chiedevano spazi pubblici di aggregazione per incontrarsi, al di fuori dei raduni cittadini imposti per le ricorrenze in piazza degli Eroi. 

Una fotografia avvilente e realistica di un territorio che è ben lontano dall’essersi sfilato le sue spine, rimarginando le ferite inferte dal passato, e che oggi si risveglia con il richiamo della prossima campagna elettorale, che secondo le più scontate delle previsioni, verterà sull’esigenza di diagnosi delle problematiche del paese. Ma di questo mi riservo di argomentare prossimamente…

Quattro anni scivolati in fretta e tu, canterebbe RAF… Tu che con i tuoi sodali eri dalla parte della cultura, tu che eri dalla parte del famigerato “principio di rilancio”, tu che hai promesso ai giovani la luna, ai commercianti visibilità, al territorio un’identità, alla politica legalità, alle persone sincerità e partecipazione. Tu, ora che il nostro Quartiere militare è ufficialmente morto perché in quattro anni non siete riusciti ad assicurarne l’agibilità, non siete riusciti ad investirlo di un piano di interventi strutturali, non siete riusciti ad inserirlo in NESSUN circuito culturale, né tanto meno siete riusciti a liberarlo da presidi di dominio abusivo, cosa provi oggi? Bhe! Ti dirò cosa provo e penso io… che se una recinzione serve per la messa in sicurezza, solitamente significa che si tratta di una fase momentanea… eppure non ho questa sensazione. Già langue dalla fine degli anni Sessanta nello stesso stato di vergognoso abbandono la Chiesa ottocentesca dell’Immacolata Concezione, in pieno centro storico, che ora è diventata per tutti invisibile, come il cinema Vittoria del resto. Di conseguenza, è da quando sono iniziate le operazioni di recinzione della ditta, che per ironia della sorte si chiama “Nuovi Orizzonti”, non possiamo evitare di chiederci se la medesima sorte toccherà al complesso simbolo e cuore storico di Casagiove. Quel monumento colossale che non vi siete degnati nemmeno di preservare dai trasformismi ideologici che già aveva vissuto: da sede universitaria a città del gusto, da residenza di eccellenze locali a luogo di cultura, biblioteca, museo dell’artigianato fino a divenire un mero spazio aperto per spettacoli e manifestazioni. Ah dimenticavo, prima di rimanere orfani di rappresentanza politica i cortili sono stati adibiti anche a parcheggio con il benestare degli illuminati uscenti.  Casagiove oramai non è più classificabile tra le città di cultura, perché tutto ciò che di culturale resta ve lo siete mangiati, insieme allo spirito di chi ha creduto in voi, nei vostri eventi da sagra paesana o nei grandi contenitori mediatici che sono sfumati, come la famosa e decantata Biennale d’Arte di San Leucio e Casagiove, che nel 2019 avrebbe visto la sua seconda edizione, ma che avete lasciato morire nel dimenticatoio insieme alla storica rassegna ARTESTATE, guardandovi bene anche dal non dare risalto ad un’altra iniziativa (non vostra, ndr) che senza alcun onere per le casse comunali, è riuscita a portare nel Quartiere Militare circa trecento persone, mentre nella stessa serata la vicina Caserta inaugurava la Notte Bianca. Dopo essere stato sodomizzato, il Quartiere Militare oggi somiglia sempre più al vecchio Anchise e, ricoperto da una poetica edera, sembra che aspetti il suo Enea pronto a metterlo in salvo. Diglielo ora a De Luca che si fa vanto della bellezza della Campania, che qui siamo stati capaci di distruggere le tracce della storia e del paesaggio.