PERCHÉ LA SCOMPARSA DI GIULIO REGENI?

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   –       di Michele Falcone      –                      guido regeni PERCHÉ LA SCOMPARSA DI GIULIO REGENI?

La storia di Giulio Regeni, tristemente nota a tutti, non è che una goccia nel mare delle violenze che vengono perpetrate nell’Egitto di Al Sisi. Sarah Hijazi, attivista in difesa dei diritti LGBT, arrestata, violentata e torturata per aver sventolato una bandiera arcobaleno, è morta suicida in questi giorni per non aver retto alle violenze subite. Patrick Zaki, studente di Bologna, è da molti mesi illegalmente incarcerato e sottoposto a violenze per presunti reati di opinione senza che sia stato ancora formalizzato un caso di accusa contro di lui. Shady Abash, oppositore del regime e detenuto nella stessa prigione dove è detenuto Patrick Zaki, è morto in carcere per le violenze subite poco più di un mese fa. Ma queste vittime che ho citato hanno almeno un nome. Chi vive in Egitto testimonia che sono centinaia e centinaia le persone che sono morte allo stesso modo in cui è morto Giulio Regeni. L’organizzazione Human Rights Watch parla di sistematiche “sparizioni” torture e arresti illegali di oppositori o di persone colpevoli di reati di opinione. Tutto questo mentre l’allora presidente del consiglio Matteo Renzi lodava pubblicamente la saggezza di Al Sisi.

Tutto questo mentre ENI acquisisce commesse miliardarie in Egitto. Tutto questo mentre oltre 120 grandi gruppi industriali italiani fra i quali Edison, Pirelli, Italcementi, Caltagirone fanno lucrosi affari con il regime.

Tutto questo mentre il governo italiano fornisce armi per oltre dieci miliardi allo stesso regime che ha rifiutato con sdegno di fornire al nostro paese qualsiasi chiarimento sulla morte di Regeni. Ci sono in ballo, insomma, fiumi di soldi. Basta evitare che si sappia in giro che sono soldi macchiati di sangue.

Basta far sparire le tracce di quel sangue silenziosamente e senza troppo rumore. Allo stesso modo, silenziosamente e senza troppo rumore, migliaia di vite sono state soppresse da quell’ “importante partner strategico dell’Italia” che è l’Egitto di Al Sisi.

Ma c’è da stupirsi? Gli affari sono affari. Mentre la parola “coscienza” resta a fare bella presenza di sé solo nei dizionari della lingua italiana.