SCUOLA, I DOCENTI IMMOBILIZZATI CHIEDONO UNA MOBILITA’ STRAORDINARIA INTERPROVINCIALE

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Il Coordinamento Nazionale Docenti Immobilizzati chiede una mobilità straordinaria interprovinciale su tutti i posti vacanti disponibili affinché si ottemperi il diritto alla famiglia costituzionalmente sancito, il diritto all’assistenza dei cari (L.104/92), il diritto alla salute in contesto di emergenza sanitaria, il diritto all’assunzione dei precari poiché lo spostamento dei docenti fuori sede sarebbe un mero spostamento di pedine lasciando invariato il numero dei posti previsti per le assunzioni, il diritto all’istruzione costituzionalmente sancito poiché gli studenti avrebbero docenti più stabili. Ciò eliminerebbe la disparità di trattamento tra il comparto scuola e tutto il pubblico impiego laddove, in quest’ultimo, si applica il principio del “previo esperimento della mobilità” che porta i docenti fuori sede a vedersi riconosciuti i propri diritti solo in sede legale.
Gli insegnanti di ruolo attendono da quasi 20 anni un cambiamento strutturale che dia un ordine meritocratico alle procedure nel mondo della scuola, garantendo il diritto dell’ottimizzazione della sede per chi acquisisce un contratto a tempo indeterminato. In qualità di dipendenti statali non ci sentiamo tutelati dalle contrattazioni nazionali che ci riguardano come categoria lavorativa: riteniamo fondamentale che la mobilità, sia essa provinciale che interprovinciale, abbia un effetto prodromico alle assunzioni affinché sia garantito, per merito, ad ogni insegnante assunto a tempo indeterminato il diritto alla mobilità e quindi all’ottimizzazione della scelta della propria sede su tutti i posti vacanti e disponibili prima che si provveda ad occuparla dal personale di nuova nomina. Dopo aver svolto la “gavetta” da precario e poi in ruolo, ogni docente ha diritto di vedersi tutelare la propria libertà negli spostamenti territoriali al fine di poter abbinare responsabilmente la propria vita privata con quella lavorativa e quindi consegnare alla scuola un lavoro di qualità. Tra le file dei docenti immobilizzati, come vogliamo definirci per il senso di immobilizzazione percepito dall’abbattimento del 75% delle disponibilità disposte per la mobilità interprovinciale, ci sono insegnanti che attendono di avvalersi di questo diritto da oltre 15 anni, specie se si parla del personale assunto sul sostegno che si vede rifiutare la domanda a seguito anche dell’esiguo numero dei posti autorizzati nell’organico dell’autonomia, a fronte di migliaia di cattedre in deroga per le assegnazioni provvisorie che non danno né stabilità alla vita del docente, né continuità al progetto di vita offerto all’alunno, ledendo il diritto allo studio con la reiterazione delle assegnazioni annuali. Quindi nella primaria importanza di vedere tutelati i propri diritti in merito alla libertà di scelta della sede lavorativa e il diritto allo studio degli alunni ci rivolgiamo a Lei, quale garante dei diritti del cittadino e del lavoratore per provvedimenti idonei alle nostre richieste.