LETTERA APERTA DI LUCA DI MAJO: “CASERTA…UNA CITTA’ SENZ’ANIMA”

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Ringraziando per l’attenzione riservata al nostro giornale, pubblichiamo molto volentieri le riflessioni dell’avvocato Luca Di Majo in merito all’analisi sulla politica locale dell’on. Nicolò Antonio Cuscunà. Un approfondimento ed una riflessione che riteniamo di interesse per i cittadini che si preparano a rinnovare molte amministrazioni comunali di Terra di Lavoro.

%name LETTERA APERTA DI LUCA DI MAJO: CASERTA...UNA CITTA SENZANIMA“Preg.ma Dottoressa,

seguo con molto piacere e con particolare attenzione il Suo giornale, soprattutto le riflessioni dell’On. Cuscunà al quale (come Lui ben sa) mi lega un affetto e una stima molto profonda sin dai tempi della mia infanzia.
Anche per questo motivo, come capita frequentemente da molto tempo, avrei potuto telefonargli, recargli disturbo a casa, ma preferisco affidare queste righe al Suo prestigioso giornale molto seguito, anche perché sento di condividere alcune impressioni con i cittadini casertani.
Un “dialogo a distanza”, come spesso si usa fare.
Da semplice cittadino a semplici cittadini, lontano da legami politici e scevro da qualsiasi condizionamento personale.
Sono molto preoccupato, questa è la realtà.
E le analisi dell’On. Nicolò Cuscunà non fanno che confermare le mie preoccupazioni per il futuro di un realtà politico-sociale arroccata su quelli che ho sempre indicato come “blocchi monolitici” causa ed effetto degli ultimi posti delle classifiche di vivibilità.
Mi creda, chi come me ha avuto la fortuna di studiare e lavorare molti anni fuori (per me 12!) ha eccellenti termini di paragone per affermare che a molta o poca distanza dalla “Terra di Lavoro” c’è un mondo diverso.
Certo, non il Paradiso terrestre, ma almeno diverso.
Ho dapprima studiato e poi la lavorato in città meravigliose come Urbino e Bologna e Firenze, ho la fortuna di girare molto per il Belpaese per motivi di lavoro e accademici e posso affermare senz’altro di aver avuto la percezione, al mio rientro a Caserta per tristi motivi purtroppo a molti noti, di aver “ritrovato” una città peggiore di quando l’avevo “abbandonata” nel lontano 2006.
Credo che il degrado, tuttavia, sia percepibile e sotto gli occhi di tutti. Una città ferma al palo, senza servizi, vuota, senz’anima, abbandonata a sé stessa.

E, come detto, le riflessioni di Nicolò non fanno altro che alimentare il mio disagio e la mia angoscia soprattutto per il futuro riservato a questa città.
Le analisi politiche e le prospettive future, pur con gli auspici anzi i “richiami” di chi, come l’On. Nicolò Cuscunà, ha esperienza da vendere, condivisibili dal mio punto di vista, continuano a cadere nel vuoto e soffocati da quel “blocco monolitico” che continua ad ingrandirsi e ad attrarre anche tutti quei giovani di alto profilo che sventolano nobili propositi di cambiamento.
Eppure, sia in Consiglio comunale sia tra professionisti e non abbiamo una marea di giovani (…e anche di meno giovani) di altissimo profilo sociale e culturale, in grado di fornire un apporto decisivo al rilancio di questa città.
Alcuni rimangono imbrigliati nei tentacoli del “blocco monolitico”, altri invece e loro malgrado sono costretti a muoversi in un “letto di procuste” coartati e costretti a scegliere i rappresentanti che non desiderano.
Certo, come ammonisce sempre Nicolò, è anche colpa di chi “resta a guardare dalla finestra” gli eventi e di chi “pontifica dall’alto” (quest’ultima è ammonizione a me rivolta frequentemente da Pio Del Gaudio).
Ma mi creda, non penso di interpretare un pensiero diverso da molti che come me danno l’anima al lavoro e alla famiglia senza aver avuto alcun aiuto dalla “politica” locale.
E non lo dico (anzi, diciamo) con invidia o con rabbia ma con l’orgoglio di chi si è costruito da solo e continua ad aver ben saldi gli insegnamenti dei Maestri: “bisogna distinguersi per la preparazione e non per altro”.
La preparazione è quella che, nei confronti della domanda aggregata, dovrebbe fare la differenza. Ma questo molte volte non lo è ed per tale motivo che non dobbiamo meravigliarci se l’antico detto “nemo propheta in patria” è particolarmente calzante per la realtà casertana, tanto sul versante politico, quanto su quello professionale.
Il “blocco monolitico” è alimentato anche da questo.
Non ci meravigliamo, allora, se le risorse si disperdono altrove perché altrove vengono richieste e valorizzate.
E allora, tornando all’offerta politica, alle riflessioni dell’On. Nicolò Cuscunà legate alle dinamiche in corso, continuo ad essere particolarmente preoccupato.
Sono preoccupato perché anche stavolta gli attori politici continuano ad anteporre gli interessi personali e gli egoismi al bene della città.
Gli schieramenti politici sono nel limbo tra il già e il non ancora, nell’attesa di indicazioni da Roma e di conoscere quale sarà la legge elettorale.
Conosco poco la realtà politica locale per essermi tenuto sempre “a distanza”, meno so delle relazioni politiche degli attori protagonisti, ma qualcosina di sistemi politici ho studiato.
Quel poco che conosco mi consente di comprendere, ancorché in parte, l’orizzonte politico che si sta strutturando.
E continuo ad essere preoccupato, leggendo di nomine incrociate, incarichi, applicazione del “Manuale Cencelli” da parte di esponenti di forze politiche apparentemente distanti e molto meno polarizzate di quanto vogliano far credere ai cittadini.
Se il centrosinistra, solo “per finta” diviso, piange, il centrodestra non ride affatto.
Tra fughe in avanti sconsiderate e annunci di unità, continuano a celarsi accordi trasversali finalizzati a rafforzare quel famoso “blocco monolitico” e a disfare chi mette in pericolo un sistema ormai radicato nel territorio.
Queste dinamiche che si preparano fuori il Comune non saranno ben diverse da quelle che quotidianamente si esplicheranno dentro il Consiglio e nelle “stanze dei bottoni”.
Non illudiamoci: le voci che si innalzano dal centro destra e da parte del centro sinistra contro il Sindaco si sgretolano davanti ad accordi di retrobottega che fanno solo male alla città e ai cittadini.
Allo stesso tempo conosco moltissime persone che si sono impegnate e che hanno voglia di impegnarsi che ammiro per la forza, il coraggio e i sogni nobili che coltivano.
Sogni nei quali hanno il diritto di credere ma anche l’obbligo di realizzare una volta varcata la soglia di Palazzo Castropignano.
A loro sento di consigliare muoversi con delicata attenzione. Chi come me ha in mente un modo di servire la politica diverso e continua a coltivare il sogno di una città diversa rispetto a quanto siamo abituati a vivere nella quotidianità, sarebbe soltanto un soldato senza esercito di una battaglia di retroguardia, antistorica, vana e fuori dalla realtà.
E allora, se rileggo velocemente le righe sconfortanti che ho affidato alle Sue cure e alla riflessione dei Casertani, continuo a pensare che sia più opportuno privilegiare la gratificazione personale, concentrando anima e corpo all’Università della Campania dove mi è stata assegnata una delle più importanti funzioni pedagogiche: la formazione della futura società. Questo è, nel mio piccolo, il contributo che cerco di offrire alla società e una delle sfide per il futuro di tutti.
Se queste sono le vere sfide, le mie come di tantissimi altri cittadini che dedicano anima e corpo a questo, allora forse è meglio continuare a stare dietro la finestra.
Magari anche chiudendo la tenda, per non vedere.
In bocca al lupo, Caserta. Ne hai davvero bisogno.

1 commento

  1. Tutto amaramente vero! Oramai sono così distante da tutto, ma le amarezze vissute da mio Marito Gigi D’Angelo ,un imprenditore con il torto di aver creduto in Caserta, quelle ci sono tutte. Luca hai descritto le difficoltà dei giovani… sembra che qui non ci sia posto per voi…i miei figli hanno chiuso con Caserta e come loro tanti altri giovani di valore.
    Che peccato!

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