L’ASL, IL GARBO E L’8 MARZO…QUEL CHE RESTA AL DI LÀ DELL’IPOCRISIA

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   –   di Francesca Nardi   –                                                       

Quest’anno non farò finta di niente…mi affaccerò sui davanzali ossidati dell’abitudine e guarderò all’inverno della ragione, gelandomi il cuore. A quelle donne punite per essere oneste e capaci, a quelle donne umiliate per non essere serve, a quelle donne calpestate per non aver abiurato alle loro idee, a quelle donne impopolari che filano giorni preziosi all’ombra della vostra ignoranza, dovreste dedicare i vostri silenzi consapevoli, le vostre mimose appassite dalla riflessione, i vostri passi concitati che finalmente inseguono la verità…altrimenti dovreste tacere e portare altrove la vostra ipocrisia. Anni ed anni di lotte, per ottenere ciò che avrebbe dovuto essere nostro da sempre, sacralizzano la loro inutilità, nel giorno più temuto dell’anno: l’8 marzo…quando paurosi tsunami di inconsapevole frivolezza, si riversano nell’assoluta stupidità dell’apparenza, provocando l’esplosione coreografica del nulla assoluto. Ai profumi e alle coreografie d’accatto, si affianca una dimensione parallela, in cui la volgarità di una diseguaglianza legittimata dall’indifferenza e disegnata quotidianamente, tra uscio e porta, in quello spazio impercettibile tra le parole, da fugace impressione si traduce in insulto feroce e programmato. Il mondo dalle nostre parti, ha sempre bisogno di esempi, di saggi evidenti, di contatti reali…e quando si leggono documenti ufficiali, come la delibera dell’Asl 313 del 4 marzo u.s. praticamente alla vigilia dell’8 marzo, abbiamo contezza che il trattamento di “sfavore” vergognosamente riservato dall’Azienda, nella persona dei suoi massimi dirigenti, alla dottoressa Nicoletta Tessitore, raggiunga la sua compiutezza proprio attraverso quell’impercettibile sottile acuminata perfidia, che se non diventasse ripetitiva nello stesso testo (del.313 appunto) potrebbe essere contrabbandata per distrazione del proponente…I ricorsi “sacrosanti”, presentati dalla dottoressa Tessitore, ex art. 700  ed ex art. 414 alla sezione lavoro del Tribunale di Santa Maria C. V. a seguito delle umiliazioni subite, dall’ingiusta retrocessione da capodistretto ad una anonima poltroncina dietro ad una altrettanto anonima scrivania, alla serie di azzardi e irregolarità compiute dalla Direzione…ricordiamo i criteri utilizzati nella nomina dei capidistretto a riprova di un sistema collaudato di applicazione discrezionale delle norme e delle regole…Superfluo citare a tale proposito la nomina di una sociologa alla direzione del distretto di Capua….I ricorsi, dicevamo, della dottoressa Tessitore sono stati impugnati dall’Azienda…ne riceviamo notizia dalla delibera 313, succitata appunto, proposta da un ineffabile direttore della Uoc Affari Legali, “signor” Guido Verderosa, la cui assunzione nel 2019, è appena il caso di ricordare, non fu esattamente quello che si dice “limpida”, non avendo lo stesso maturato i cinque anni da dirigente avocato del SSR, richiesti dal bando…ma ovviamente il caro De Biasio manager dell’epoca, non badava troppo a quelle quisquillie che potevano intralciare il cammino dei favori promessi… Ebbene il signor Verderosa, nel proporre l’impugnazione dei ricorsi, puntualmente avallata dal DG assieme a tutto il resto, mostra tutta la sua livida e sprezzante mancanza di riguardo del ruolo e del titolo della dottoressa Nicoletta Tessitore, trattandola come una abusiva dell’Ordine dei Medici  e citandola in una delibera ufficiale dell’Asl, come signora Nicoletta Tessitore, per ben due volte…creando un precedente dal momento che riteniamo non fosse mai successo che, in una delibera dell’Asl relativa ad un ricorso firmato da un medico, che ci si riferisca al medico stesso, senza citare il titolo ufficiale ed indispensabile e… non finisce qui, perché per altre due volte la dottoressa Tessitore verrà citata come signora Tessitore e questa volta dal DG, che firma e non ordina al suo sottoposto la doverosa correzione e soprattutto non lo erudisce in materia di politesse. E se pensiamo alle tonnellate di auguri e ai fasci di mimose che i due personaggi avranno seminato in giro in questa giornata, sia pure virtualmente, facendo magari la riverenza di rito e parlando dell’importanza della donna…sinceramente vengono i brividi oltre ad un singhiozzo squassante…Hasta la vista!

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