territorio di Terra di Lavoro e dell’intera regione tanto da rendere un Museo di stampo provincialotto – prosegue il comunicato – e che era il salotto di pochi, un maestoso cigno di cui oggi parlano tutti, triplicando in soli 4 mesi il numero di visitatori annuali.
Museo in fondazione, status che avrebbe permesso al cda di attingere a numerosissime risorse e finanziamenti a cui come istituzione non si può accedere, e che quindi avrebbe valorizzato ancora di più questo Museo. Cosa però a cui la provincia di Caserta finora non ha ancora dato
seguito. Tutto questo – continua – con pochissime risorse a disposizione (solo 150mila euro, ndr) e senza percepire un euro.

“L’ho fatto mettendoci il cuore – afferma Santoro – come in tutto quello che faccio. Ma non sono abituata a lavorare su cose lasciate a metà. Il primo atto, dopo la mia nomina, è stato doverosamente dare uno statuto al Museo che rispettasse le leggi attuali. Ad oggi la deliberazione di approvazione dello statuto che doveva trasformare il Museo in fondazione
ed adeguarlo agli standard moderni e alle leggi vigenti non è stata attuata. Quindi in questo status non si può lavorare, non è a norma, pertanto lascio. Ringrazio il presidente Magliocca per la fiducia, rimetto a lui le mie dimissioni irrevocabili puntualizzando che in più occasioni ho fatto presente che in questo status di istituzione questo museo non può operare perché non risponde più agli standard richiesti oggi dalle normative vigenti, sia locali, sia nazionali che
internazionali. Ho fatto più di quanto si poteva per questo Museo, non percependo nemmeno un euro ma anzi più volte rimettendoci di tasca mia. Ho messo la passione dando me stessa ed ho trasformato una istituzione morta e latente nel fiore all’occhiello della Provincia. Auguro a chi mi succederà di continuare su questa strada e buon lavoro”