MUSICA E DISABILITA’: LA POTENZA DELLA MUSICOTERAPIA

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L’uso della musica è confermato in numerose civiltà, dal mondo antico ad oggi, prevalentemente all’interno di un modello di pensiero magico-religioso o sciamanico. La musica era completamente calata nella vita sociale, ad ogni livello, come parte integrante dei riti religiosi, della vita comunitaria e del lavoro. Il risultato musicale era talmente tanto impregnato di valenze emozionali che, sin dall’antichità, si è constatato come la sua produzione ed il suo ascolto, potessero influire a vari livelli sull’emozione e sul comportamento degli esseri umani. Secondo le più antiche dottrine, la vita e la salute dipendevano da un continuum di rapporti e relazioni armoniche che, dall’interno della mente e attraverso il corpo, giungevano all’esterno nella società e nel mondo naturale.
Gli stessi rapporti e le stesse armonie si manifestavano sotto forma di suono e musica. Se correttamente utilizzato, il suono poteva portare alla guarigione ripristinando l’integrità musicale del corpo e dell’anima. Nelle antiche prescrizioni mediche, veniva spesso consigliato di cantare pezzi ritmici scelti da una selezione tradizionale di brani melodici sacri, la musica terrena come una eco o una risonanza della musica cosmica che obbediva alle stesse leggi divine con il potere di lenire il dolore e la sofferenza, e quindi, di favorire la salute e la guarigione La musica riesce a superare i filtri logici e analitici della mente e ad entrare direttamente in contatto con i sentimenti e le passioni delle memoria e dell’immaginazione. Tutto questo provoca dunque delle reazioni fisiche. Gli effetti fisici possono essere generati in altri modi. Il suono è una forza potente; qualora se ne abusi può irritare, disorientare, ferire e persino uccidere. Il rispetto per la vita e un senso di responsabilità erano richiesti per utilizzare in modo corretto le energie sonore, dove la musica curativa veniva scelta accuratamente per garantire la salute, la purezza e un carattere equilibrato.
Esistono al contrario numerosissimi testi in cui si affronta il tema dell’importanza della musica, del suo ruolo nella società del suo ruolo in ambito educativo; ad esempio, alcuni scritti di Platone e Aristotele trattano indirettamente di musica, altri invece come il De musica di Plutarco sono interamente dedicati al tema e il suono ha da sempre rivelato di possedere poteri terapeutici. Tuttavia, la storia è disseminata delle testimonianze della loro utilità; i ritmi, i suoni e le parole dotate di particolari poteri sono sopravvissuti a secoli e restano un’eredità vivente per il futuro. Per molti studiosi dell’Ottocento la musica era un linguaggio autonomo dalla poesia, da esplorare secondo canoni propri e perciò era opportuno farlo con i metodi della scienza, in particolare della matematica. Nel corso del XIX secolo sono state compiute numerose ricerche scientifiche sugli effetti fisiologici della musica, attraverso la misurazione dei suoi effetti sulla respirazione, il ritmo cardiaco, la circolazione e la pressione sanguigna. Come conseguenza di questi studi alcuni brani musicali scelti sono riusciti ad alleviare specifici tipi di dolore. Quando sussiste un blocco interiore che non ci consente di arrivare alle nostre emozioni e sentimenti più vivi e positivi, la musica può essere un reale supporto che permette la riconquista di quei territori nascosti. La presa di coscienza delle nostre capacità di provare emozioni e sentimenti attraverso il nostro corpo che risuona con le frequenze armonizzanti e liberatorie, ci conduce sulla via di un percorso immaginativo-emotivo, in grado di farci riabbracciare quella parte di noi apparentemente dimenticata, per riportarla in vita e far ritrovare al corpo la sua unicità armonica. Il suono, la musica, le emozioni toccano il corpo; svegliano le emozioni nel profondo e diventano un fatto neuroendocrino e psichico. L’ascolto della musica è, come si può ben appurare, un mezzo potentissimo in grado di modificare lo stato psico-fisico del nostro organismo. Nel 1959 si cominciò a definire questa attività “musicoterapia”. A New York nasce il Music Therapy Center insieme al Creative Arts Riabilitation Center, nel quale, ancor oggi, si progettano degli interventi più strutturati. In Francia nel 1980 un’associazione di musicoterapia, presso l’università di Parigi, in collaborazione con l’Istituto di formazione permanente mette in atto dei corsi di formazione; in Germania vi è il Comitato Tedesco di Musicoterapia con un corso di formazione all’università di Lipsia, che viene attuato attraverso un percorso di interfacoltà a cui sono collegate diverse università. In Inghilterra vi è la British Society For Music Therapy, che rilascia un diploma abilitante alla professione. L’Italia risente dell’influenza americana, anglosassone, tedesca e austriaca. Etimologicamente la Musica è l’arte di organizzare i suoni nel tempo. I suoni hanno delle loro intrinseche caratteristiche che vengono studiate e catalogate dal fisico acustico; nello stesso tempo la modalità con cui vengono organizzati, attinge alle capacità creative di colui che compone insieme i suoni; ancora, il prodotto finale, costituisce un’esperienza per l’autore e per il fruitore. La parola Terapia ha invece un rapporto diretto con il cambiamento di una persona che presenta una particolare disfunzionalità nella sua vita relazionale, affinché possa porsi in modo più ottimale nei confronti di se stessa e della realtà circostante. Musicoterapia ha a che fare con tutti e due gli aspetti considerati e quindi con tutte quelle discipline che ruotano attorno alla musica da una parte ed alla terapia dall’altra. Uno degli elementi caratteristici della Musicoterapia è la transdisciplinarietà. Quando si fa riferimento alla musica, siamo abituati a pensare automaticamente a quella strutturata, nei suoi diversi generi, che viene composta ed eseguita principalmente per ottenere come effetto il godimento estetico. Il musicista compositore tende anche a trasmettere i propri stati d’animo attraverso la propria musica per mezzo di una ben precisa strutturazione che si rifà alle regole insite della teoria della musica, ulteriormente sviluppate dalla semiologia musicale. In Musicoterapia, invece, appare fondamentale raggiungere come scopo la comunicazione con un altro essere il quale, il più delle volte, non è in grado di rapportarsi correttamente attraverso l’uso del canale verbale. Nel momento in cui la comunicazione si è creata, il musicoterapeuta può agire attraverso la relazione creatasi per ottenere la modificazione di alcuni comportamenti del paziente o per ottenere il cambiamento di quest’ultimo; cambiamento che presuppone la messa in crisi profonda dello stesso e l’esplorazione altrettanto profonda delle sue emozioni, soprattutto per i bambini con lo spettro dell’autismo, il cui laboratorio di educazione musicale è fondamentale in quanto l’educazione al ritmo, ha grandissima importanza nella formazione psico-fisica dell’età evolutiva. La ritmicità è una caratteristica implicita del movimento ed il movimento rappresenta il principale mezzo di comunicazione che il bambino utilizza per conoscere. Il piccolo si muove nel mondo esplorando ed integrandosi con la realtà che lo circonda, concretizzando gesti e movimenti che lo aiutano a crescere e ad attivare i suoi canali sensori. Attraverso il lavoro di danza, musica e movimento il bambino impara a controllare ed a gestire le proprie attività motorie, a conoscere i propri confini, a migliorare la sua relazione con gli altri, ma prima ancora con se stesso. Utilizzando consapevolmente il proprio corpo il bambino conquista fiducia e rispetto anche nei riguardi del corpo del compagno, si orienta e coinvolge lo spazio, anche in forma creativa, partecipa attivamente al gioco, rispettando indicazioni e regole. Si crea così un giusto equilibrio tra realtà interiore e realtà esteriore. Inoltre, la movimentazione del corpo con l’uso della musica è un’attività estremamente motivante per i bambini soprattutto quelli autistici non verbali. Il suo utilizzo è fondamentale per meglio percepire, ascoltare e prendere coscienza della propria fisicità. Infatti per questa tipologia di disabilità si consigliano laboratori musicali, ossia percorsi basati su approcci senso – motorio, grazie all’uso di percussioni e piccoli strumenti melodici (xilofoni, balafon, fisarmoniche, tamburi, sonagli, maracas) che sono ideali per questo tipo di approccio, in quanto permettono ai bambini un’esplorazione completa sia dal punto di vista timbrico- dinamico (suoni dolci, acuti, profondi, forti, deboli, crescenti, decrescenti) che dal punto di vista sensoriale (pelli, legni, metalli, plastiche, conchiglie, zucche: i materiali sonori sono infiniti!).
La musica, suonata, cantata, raccontata, agita, giocata, manipolata, è il perno attorno a cui ruotano le diverse attività proposte tra giochi musicali, per imparare il rispetto del turno, l’ascolto di se stessi e degli altri e andare alla scoperta delle principali caratteristiche del suono, dalle storie sonore, momenti di creazione e animazione collettiva per stimolare la fantasia e la creatività attraverso gli strumenti e la parola. Le storie prendono vita insieme ai bambini, che sono invitati ad intervenire, grazie al laboratorio di costruzione strumenti, per stimolare la manualità alla scoperta di un universo sonoro costituito non solo dagli strumenti tradizionali, ma che si allarga a tanti altri materiali ed oggetti di uso comune e di riciclo. La musica inoltre diventa strumento di presa di coscienza del proprio corpo e delle proprie emozioni, di sperimentazione di relazioni con gli altri, occasione di svago e di rilassamento costruttivi. L’obiettivo dichiarato è il piacere dei bambini, contestualizzato in una attività educativa ed emotiva stimolante, che si ponga come facilitatore, promotore e cassa di risonanza della creatività dei bambini, evitando per quanto possibile di calare dall’alto concetti, ruoli e spiegazioni, e cercando sempre di capire insieme le regole che si celano dietro la musica, per scoprire che le stesse regole fanno in modo che si possa stare insieme agli altri in armonia. Nello specifico, gli obiettivi perseguiti da questo percorso sono il rafforzamento del senso di individualità e del rispetto dell’altro: lo strumentario offre la possibilità di esplorare pienamente la propria creatività individuale e di metterla in relazione con gli altri. Inoltre, le storie musicali danno la possibilità di esprimere i propri vissuti emotivi, grazie all’attenzione alla corporeità, alla espressività del corpo attraverso la musica. Utilizzare il corpo come strumento comunicativo, maturando condotte che consentano al bambino autistico di controllare l’esecuzione dei gesti, si sperimentano e combinano ritmi per dar vita a sequenze musicali originali soprattutto per i soggetti autistici che beneficiano in pieno della musicoterapia. Se innumerevoli sono i benefici della musicoterapia nel trattamento della disabilità, non meno importante risulta la musica per i genitori di bimbi disabili. Vivere la disabilità è una sfida che caratterizza la vita dei genitori, i quali sono costretti a combattere ogni giorno. Combattere contro la malattia, i pregiudizi, le discriminazioni, l’esclusione e chissà quanto altro ancora. Tutto ciò risulta una continua fonte di stress, che può essere combattuto, o quanto meno arginato, con la musicoterapia. Nelle situazioni di sconforto o durante periodi particolarmente stressanti dal punto di vista emotivo, la musica svolge sempre un portentoso ruolo antistress. Infatti, l’ascolto di brani musicali particolarmente rilassanti, agisce sugli ambiti neurochimici di ricompensa, stimolo, stress ed eccitazione. Insomma come sosteneva Platone la musica è per l’ anima quello che la ginnastica è per il corpo.

5 Commenti

  1. La musica come l’arte sono forme in cui le persone trovano la giusta dimensione soprattutto le persone con disabilità.
    È bello leggere questo articolo e tuffarsi in un mondo nuovo che non rappresenta un limite così come tu ce lo mostri, ma ricchezza indice di peculiare talento. Grazie dottoressa

  2. La musica come l’arte sono forme in cui le persone trovano la giusta dimensione soprattutto le persone con disabilità. È bello leggere questo articolo e tuffarsi in un mondo nuovo che non rappresenta un limite così come tu ce lo mostri. Grazie dottoressa

  3. Bellissimo articolo …questo mostra che ognuno di noi nella propria Diversità l’arte della musica mette in luce le proprie abilità
    Grazie Maria Rosaria

  4. Un bell’articolo che ribadisce come la musica sia un elemento importante nella vita di tutti e soprattutto delle persone disabili

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