Elly Schlein, “Una speranza e un’opportunità per la sinistra. Vogliamo dare una mano”

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167 tra giovani e donne, esponenti  del mondo della cultura, del lavoro  e della sinistra,  pronti a dare una mano ad Elly Schlein

“Fermare la deriva e invertirne la rotta” si può sintetizzare così la scelta dei firmatari della lettera appello “ai tanti e alle tante che sentono la necessità di una grande forza della sinistra democratica, progressista, femminista ed ecologista , ma che in questi anni l’hanno persa di vista nelle titubanze e nelle debolezze che hanno sfigurato il mondo del lavoro, i luoghi della formazione, gli stessi assetti istituzionali (mostrando, tra le altre cose, un’ingiustificata indulgenza nei confronti del devastante progetto del regionalismo differenziato che rischia di lacerare per sempre il tessuto civile e sociale del paese). Non è stato casuale, ma il prodotto di una visione sbagliata della politica e dei processi economici e sociali in un mondo che si immaginava giunto al suo capolinea nel 1989”.

“Il successo di Elly Schlein – scrivono i firmatari dell’appello – è stata una ventata d’aria nuova che ha restituito alla sinistra una speranza e un’opportunità che sembravano essere state cancellate dalle divisioni, dagli errori e dagli appannamenti ideali del campo progressista. La partita, invece, si è riaperta, scompaginando calcoli e previsioni. In alcune realtà, compresa quella campana, il capovolgimento dei rapporti di forza  cristallizzati nel primo turno è stato anche il frutto di una robusta rivolta d’opinione contro vecchie pratiche, equilibri consolidati e parole d’ordine autoreferenziali che non parlano più al mondo degli esclusi, dei delusi, dei tanti autoemarginati nel bosco dell’astensione. Per molti versi, è stato anche un atto d’insubordinazione generazionale, con un gran numero di ragazzi e di ragazze che hanno affollato i seggi e, in qualche caso, trascinato amici e genitori nella prova.
Bisogna prenderne politicamente atto e accettare la sfida, poiché si chiude un capitolo e se ne apre un altro, nel quale nulla appare già scritto, ma dove appare possibile tentare di ricostruire luoghi, strumenti, perfino un vocabolario della sinistra che torni a dare senso a una battaglia di liberazione dal bisogno e di trasformazione politica e sociale. Di fronte ai rischi che si parano di fronte ai nostri occhi — il dramma delle migrazioni, il riapparire degli spettri della guerra, le devastazioni ambientali — possiamo forse fermare la deriva e invertirne la rotta”.

Documento:

Il successo di Elly Schlein è stata una ventata d’aria nuova che ha restituito alla sinistra una speranza e un’opportunità che sembravano essere state cancellate dalle divisioni, dagli errori e dagli appannamenti ideali del campo progressista. La partita, invece, si è riaperta, scompaginando calcoli e previsioni. In alcune realtà, compresa quella campana, il capovolgimento dei rapporti di forza  cristallizzati nel primo turno è stato anche il frutto di una robusta rivolta d’opinione contro vecchie pratiche, equilibri consolidati e parole d’ordine autoreferenziali che non parlano più al mondo degli esclusi, dei delusi, dei tanti autoemarginati nel bosco dell’astensione. Per molti versi, è stato anche un atto d’insubordinazione generazionale, con un gran numero di ragazzi e di ragazze che hanno affollato i seggi e, in qualche caso, trascinato amici e genitori nella prova.

Bisogna prenderne politicamente atto e accettare la sfida, poiché si chiude un capitolo e se ne apre un altro, nel quale nulla appare già scritto, ma dove appare possibile tentare di ricostruire luoghi, strumenti, perfino un vocabolario della sinistra che torni a dare senso a una battaglia di liberazione dal bisogno e di trasformazione politica e sociale.

Il nostro è un appello ai tanti e alle tante che come noi sentono la necessità di una grande forza della sinistra democratica, progressista, femminista ed ecologista , ma che in questi anni l’hanno persa di vista nelle titubanze e nelle debolezze che hanno sfigurato il mondo del lavoro, i luoghi della formazione, gli stessi assetti istituzionali (mostrando, tra le altre cose, un’ingiustificata indulgenza nei confronti del devastante progetto del regionalismo differenziato che rischia di lacerare per sempre il tessuto civile e sociale del paese). Non è stato casuale, ma il prodotto di una visione sbagliata della politica e dei processi economici e sociali in un mondo che si immaginava giunto al suo capolinea nel 1989.

Ma la storia non è affatto finita e il XXI secolo ha provveduto da sé a smentire quest’illusione, a iniziare dalla crisi del debito sovrano del 2007-2008 che rivelava il vero volto dei processi di globalizzazione economico-finanziaria, con il crescere delle disparità e delle ingiustizie. Una rivelazione, tuttavia, di fronte alla quale la sinistra italiana ed europea hanno stentato a trovare le parole, vittime di un sconfitta culturale prim’ancora che politica in senso stretto. I populismi e i sovranismi si sono abbeverati alle fonti di queste afasie, raccogliendo un’ansia vera di protezione sociale in favore degli sconfitti e dei meno garantiti, ma producendo nello stesso tempo risposte strumentali, pericolose e fuorvianti, spesso incitanti all’odio e alla ricerca di un capro espiatorio che fomenti la guerra dell’ultimo contro il penultimo, e viceversa. Un meccanismo perverso che neutralizza il conflitto orizzontale (di classe, si sarebbe detto un tempo) per una distribuzione più equa di opportunità e di risorse, trasfigurandolo in una dinamica verticale che schiera un popolo indistinto contro il presunto tradimento di altrettanto indistinte élite (politiche, istituzionali o culturali). In questo contesto, uno dei corollari più deturpanti è stata la rinuncia — e spesso l’ostacolo — a qualsiasi vera forma organizzata di partecipazione, con un costante de-radicamento dalla società che ha progressivamente delegato l’esercizio dell’azione politica — già di per sé concepita in termini assolutamente residuali — alla pura e semplice dimensione istituzionale, con il risultato di trasformare il partito in una federazione di comitati elettorali e l’amministrazione dell’esistente nell’unico esercizio consentito.

A questo si aggiunge un sistema elettorale nazionale del tutto inadeguato a un panorama politico frammentato come quello italiano. Il maggioritario ha fallito, in Italia, naufragato sotto la smania di protagonismo che prolifica in sempre nuove formazioni, frutto di divisioni, che assumono via via fisionomia propria e autonomia – e il fenomeno riguarda tutti i partiti, non solo il PD – per pesare al

tavolo delle decisioni. Gli aggiustamenti apportati via via al sistema elettorale negli ultimi anni sono stati parziali e pasticciati, dettati da ragioni di parte più che da un’idea compiuta di rappresentanza democratica e dalla necessità di garantire al paese stabilità e governabilità. E poi, abolita di fatto la rappresentanza diretta che si esprimeva con il voto di preferenza ‒ reciso quindi il cordone ombelicale che legava un parlamentare al suo territorio e ai propri elettori, a vantaggio della cooptazione più spinta e discrezionale dei vertici di partito ‒ si è approfondito sempre più quel solco di estraneità, quando non di livore e avversione, tra i cittadini e la politica che ci consegna a ogni consultazione percentuali di voto sempre più basse.

Il messaggio dell’oggi è che, tanto più di fronte ai rischi che si parano di fronte ai nostri occhi — il dramma delle migrazioni, il riapparire degli spettri della guerra, le devastazioni ambientali — possiamo forse fermare la deriva e invertirne la rotta.

Marcantonio

Abbate

Aldo

Abenante

Vincenzo

Aita

Luigi

Amato

Enrica

Amaturo

Luca

Antonio

Mariano

Aponte

Nunzio

Aponte

Raffaele

Aponte

Andrea

Apuzzo

Vincenzo

Argentato

Sandro

Balzano

Maria Rosaria

Belmonte

Agnes (Agi)

Berta

Maria

Bottari

Adriana

Buffardi

Osvaldo

Cammarota

Damiano

Capaccio

Aldo

Capasso

Raffaella

Capuozzolo

Nino

Caputi

Elio Fedele

Cascone

Giovanna

Cerchia

Giovanni

Cerchia

Libera

Cerchia

Eugenio

Chiodo

Rosanna

Cimmino

Aniello

Cioffi

Mario

Coppeto

Ciro

Coraggio

Angela

Cortese

Peppe

Costanzo

Vittorio

Crispino

Fedele

Cuculo

Fortuna

D’Amora

Nicola

Danza

Nino

Daniele

Emilio

De Biase

Maurizio

De Giovanni

Catello

Della Monica

Corinna

Della Monica

Laura

Della Monica

Francesco

Della Volpe

Pino

Destefano

Clara

Di Bernardo

Giuseppe

Di Maio

Tonino

Di Martino

Ernesto

Di Mattia

Ezio

Di Salvatore

Alfredo

Di Salvo

Pino

Distefano

Mariella

Donesi

Aniello

D’Onofrio

Angela

Esposito

Franco

Esposito

Gennaro

Esposito

Loredana

Esposito

Michela

Esposito

Pasquale

Esposito

Pinuccio

Falco

Lorenzo

Fattori

Annamaria

Finizio

Augusto

Ferraiuolo

Raffaele

Ferrara

Giulia

Filosa

Catello

Foresta

Fabio

Foresta

Marco

Francini

Elisabetta

Gambardella

Guglielmo

Gerolmini

Sandro

Gerolmini

Michele

Giardiello

Antonio

Giordano

Raffaele

Giovine

Enrico

Girace

Roberto

Guglielmo

Roberto

Iavarone

Alessio

Imbimbo

Livia

Imparato

Susy

Incoronato

Adriana

Izzo

Carla

Izzo

Francesco

Izzo

Jannis

 Korinthios

Pasquale

La Cerra

Giuliano

Laccetti

Aniello

Lampitelli

Silvana

Lianza

Vincenza

Libero

Giuseppe

Limone

Enzo

Lipardi

Francesco

Lombardi

Agostino

Longobardi

Antonio

Longobardi

Carla

Longobardi

Cinzia

Longobardi

Elena

Longobardi

Gigi

Longobardi

Laura

Longobardi

Pasquale

Longobardi

Lorenzo

Marone

Mafalda

Masilio

Maurizio

Mascoli

Alberto

Mazzaro

Agostino

Morgillo

Fausto

Morrone

Franco

Mottola

Franca

Napolitano

Carmine

Nardone

Achille

Natalizio

Enzo

Nini

Arturo

Nocerino

Salvatore

Papa

Giovanni

Paonessa

Salvatore

Parisi

Stefania

Parlato

Angelo

Petrella

Giuseppe

Petrella

Bruno

Pezzella

Vito

Pindozzi

Mimmo

Pinto

Catello

Polito

Massimiliano

Quintavalle

Ivo

Rendina

Alfonso

Rianna

Vincenzo

Ronga

Carmela

Rossi

Carlo

Ruggiero

Luca

Ruocco

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Ruoppo

Antonio

Russo

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Russo

Pasquale

Sannino

Crescenzo (Enzo)

Sasso

Stefano

Sasso

Gennaro

Savoia

Raffaele

Scarpato

Peppino

Scotto Di Luzio

Domenico

Sella

Vincenzo

Sepe

Daniela

Somma

Luigi

Somma

Salvatore

Spavone

Leopoldo

Spedaliere

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Striano

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Telese

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Tessitore

Luigi

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Gianpaolo

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