VIVA ‘O RE BORBONE: LA CITTA’ DI AMOROSI CELEBRA LA VISITA DI CARLO III

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   –   di Christian Mancini   –                                                       locandina amorosi VIVA ‘O RE BORBONE: LA CITTA’ DI AMOROSI CELEBRA LA VISITA DI CARLO IIICorreva l’anno 1734 e, l’allora diciottenne Carlo di Borbone, si accingeva a ricevere la corona di Re di Napoli. Dopo aver ottenuto il possesso dei ducati toscani, all’epoca nelle mani degli austriaci, l’infante di Spagna partì alla volta di Napoli, forte dei trattati di Torino e dell’Escorial. Nel lungo viaggio che lo avrebbe portato nel capoluogo partenopeo, Carlo fece tappa a Frosinone e Cassino, attraversando il Contado di Molise, il Principato Ulteriore e, infine, Terra di Lavoro. D’ovunque, egli riscontrò grande consenso. Carlo ebbe il suo primo incontro con i rappresentanti di Napoli il 7 aprile 1733 ad Amorosi, dove si incontrò con i cavalieri della giunta generale, delegati dalle piazze della capitale. È proprio nella cittadina del beneventano che si compì il primo passo del processo che avrebbe portato Carlo di Borbone a diventare il sovrano illuminato di uno dei regni più ricchi d’Europa. Ad Amorosi, il Segretario della città di Napoli consegnò l’atto di sottomissione e di obbedienza da parte dei rappresentanti eletti che, due giorni dopo, incontrerà a Maddaloni.

VIVA ‘O RE BORBONE: LA RIEVOCAZIONE STORICA

Con l’intento di raccontare questa incredibile storia, la Biblioteca Comunale di Amorosi ha organizzato una suggestiva rievocazione intitolata “Viva ‘o re Borbone”. In collaborazione con l’Amministrazione Comunale e diverse associazioni, grazie al contributo della Regione Campania. L’inizio della rievocazione storica è previsto per le ore 16:00 di domenica 10 settembre. L’infante Carlo, percorrendo la Via Paribella, che ha preso il suo nome in onore di questo straordinario avvenimento, raggiungerà la suggestiva Piazza del Mercato, da cui entrerà nel maestoso Palazzo Caracciolo, oggi noto come Palazzo Piscitelli. All’interno del palazzo, si svolgerà l’importante incontro tra Carlo e il mandatario degli aristocratici napoletani. La giornata sarà arricchita da un sontuoso pranzo, eleganti balli e coinvolgenti esibizioni musicali, oltre ad un mercatino dell’epoca. Il tutto per celebrare Carlo come il magnanimo Re Borbone.

In occasione della straordinaria rievocazione storica, abbiamo intervistato in esclusiva il Dott. Vincenzo Carrino, direttore della Biblioteca Comunale di Amorosi ed organizzatore dell’evento.

Com’è nata l’idea di organizzare questa rievocazione storica?

“Questo è stato l’anno Vanvitelliano. Noi, con la Biblioteca, abbiamo fatto un percorso legato alla presenza del Vanvitelli nella Villa Campolieto a Portici siamo passati anche per la Reggia di Portici. E’ stata una delle prime opere di Carlo di Borbone. Da questo evento ci siamo intrufolati in una vecchia storia di Amorosi. Sapevamo che da qui fosse passato l’infante di Spagna Carlo di Borbone ed abbiamo capito che ci fosse stato qualcosa di più di un semplice passaggio. Facendo un po’ di ricerche, abbiamo scoperto che si era fermato nel palazzo del marchese Caracciolo. Ma non sapevamo più di tanto. Dopodiché, abbiamo capito che era successo qualcosa di molto più importante, quindi ci siamo messi ad indagare a riguardo. La città di Napoli mandò il segretario Don Gaetano Maria Brancone, per incontrare il futuro Re di Napoli. Egli consegnò l’atto di obbedienza e sottomissione da parte degli eletti della città di Napoli. Praticamente preparò il campo affinché, nel momento in cui Carlo fosse entrato a Napoli, ci sarebbero stati i presupposti per essere proclamato re”.

Cos’ha rappresentato il passaggio di Carlo di Borbone per la città di Amorosi?

“A questo evento sono legate essenzialmente due cose: in primo luogo si trattò un evento eccezionale per una popolazione rurale come quella di Amorosi, quindi che un personaggio di così alto spessore fosse ospite nel territorio; a questo è legato anche un altro evento relativo ad un vitigno, che si chiama ‘Lengua ‘e femmena’. Quest’ultimo è stato riconosciuto dall’Università di Portici come vitigno autoctono nel nostro territorio. Quindi è partito anche uno studio genetico sul vitigno, riguardo la possibilità di iniziare un processo di vinificazione”. Questi sono i due avvenimenti più importanti, su cui hanno dormito per parecchio tempo ma che stiamo cercando di riportare in auge”.

Quali sono gli obiettivi principali di questa rievocazione storica e cosa la rende così significativa per Amorosi?

“Gli obiettivi principali sono soprattutto quelli di far conoscere una storia poco narrata. Ci farebbe molto piacere entrare in un discorso ben più ampio. Ci sarebbe la possibilità, nell’annualità 2023-2024, di dare il via ad un progetto di turismo: vorremmo che questa manifestazione si legasse anche qualcosa di più complesso. Ad oggi, però, ci sono ancora diverse incognite da risolvere”.

Come avete cercato di rendere autentica l’atmosfera e l’ambientazione del 1734 durante l’evento?

“Abbiamo cercato di ricostruire anche un po’ quello che era un mercato del tempo. Ripeto, quella di Amorosi era una cittadina rurale, con persone umili e contadini. Abbiamo cercato di ricreare, per quelle che sono le nostre possibilità di carattere economico, un mercato dell’epoca. Abbiamo coinvolto anche delle persone che rappresenteranno il popolo di allora alla venuta del Re”.

Quali attività ed esibizioni sono previste durante la rievocazione per far rivivere ai visitatori quei momenti storici?

“Innanzitutto ci sarà un balletto in veste d’epoca. Si terrà anche un pranzo che sarà offerto al Re all’interno del Palazzo Piscitelli (al tempo Palazzo Caracciolo). Quindi anche lì abbiamo fatto delle ricerche per informarci riguardo un possibile pranzo tipico di quell’epoca. Ci sarà un’esibizione canora di musica barocca”.

Questa manifestazione è il preludio di una serie di eventi di questo genere?

“Speriamo che questo sia un piccolo passo verso un grande e lungo viaggio”.