DI CICCO PORTA LA SUA STORIA A BOLOGNA…E LA CITTÀ LO ABBRACCIA

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(f.n.) – Da Caserta a Montecitorio prima e da ieri a Bologna, composto e silenzioso come sempre, il dottore Nazario Di Cicco, conduce per mano lentamente, la memoria di 24 anni di comoda indifferenza delle istituzioni, di squallida miopia della politica e di egoismo grossolano di questa nostra comunità, disattenta e stremata dalle illusioni fallite. La storia di quest’uomo onesto ed intelligente, caparbio come il coraggio sconosciuto, è condensata nelle due righe stampate su un cartello, che raccontano come si possa mistificare la realtà, contrabbandando per oltraggio al sistema costituito, un atto di umanità e coscienza umana e professionale. Il dottor Nazario Di Cicco 24 anni fa, denunciò la malasanità, a causa di diverse morti nell’Ospedale di Aversa, che avrebbero potuto essere evitate. Da allora, la cosiddetta sanità de noautri, lo perseguita in tutti i modi possibili, azioni perpetrate e poste in essere scientificamente, come avviene per l’agguato vile di un sicario nella notte, affinché non siano visibili sul corpo contusioni, ferite e lacerazioni e le reazioni emergenti dall’animo martoriato siano considerate, soltanto un patetico prodotto della follia. Non vi sono però, prodotti della follia tanto razionali!, e che seriamente indichino una verità bruta che è indispensabile occultare, dal momento che la sua eventuale condivisione da parte dei manovratori, avrebbe implicato ed implicherebbe, un inevitabile harakiri pubblico, da parte degli stessi e loro sponsor politici che, per l’occasione, pensarono bene di navigare al largo del porto delle nebbie, dove tendono a navigare, riparandosi nelle rientranze della costa, ogni volta che “farsi vedere” sarebbe davvero troppo compromettente. Ebbene dopo la breve sosta a Montecitorio il dottore Di Cicco, si è recato in Piazza Maggiore a Bologna ed ha sostato con il suo cartello proprio di fronte al Municipio. E accade che…in una calda domenica di ottobre, assieme alla temperatura fuori stagione persino la reazione della gente è apparsa fuori dalla stagione della sufficienza sbadigliosa, lontana dalla solita indifferenza…Per un attimo, a noi che guardiamo al disincanto come ad una sconfitta catastrofica ed irreversibile del pensiero, il racconto di una giornata a Bologna è apparso come un piccolo miracolo…migliaia di persone si sono avvicinate a Di Cicco per leggere il suo cartello, per parlare con lui, per chiedere, per considerare, per commentare…All’improvviso, il mondo dell’altrove sicuro, era tornato a casa, in quella piazza bella ed accogliente come il salotto della nonna. Ed il dottore Nazario Di Cicco era lì, per rispondere alle domande, per sorridere persino…lui che aveva quasi perso l’abitudine ad un sorriso che non fosse amaro ed ironico, a commento terribile del perpetuarsi di un male che per quanto banale fosse, continuava tranciare la sua vita….E di Cicco era lì, seduto davanti al cartello della sua vita, in Piazza Maggiore nel cuore di Bologna, che guardava a quella moltitudine sconosciuta ed interessata, quando vide ad un passo da lui, una donna giovane, china verso il suo bambino di circa cinque anni e continuando a meravigliandosi quasi della sua improvvisa leggerezza d’animo, improvvisamente qualcosa nel suo cuore esplose…quella giovane donna piangeva mentre spiegava al suo bambino, cosa Di Cicco stesse facendo e per chi lo stesse facendo…La folla, la gente, la solidarietà, la comprensione, le domande, l’incoraggiamento, i volontari della Cri che portano l’acqua…tutto meraviglioso, tutto conta e tutto fa un passo indietro, dinanzi a quella giovane mamma che piange raccontando ad un bimbo di cinque anni, quella verità che nessuno ha voluto ascoltare, per non co0rrere il rischio che il mondo oggi fosse un posto migliore. Hasta la suerte!