OSPEDALE SAN ROCCO, UFFICIO PROTOCOLLO ALLO SBANDO…

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(f.n.) – La sanità aurunca per quanto si sbrigli la fantasia, rimarrà sempre la più originale ed anche la più misteriosa…Quando la politica non si limita ad incursioni rapide e saltuarie, ma sommerge gli ingranaggi, inceppandoli e condizionando il corso degli eventi…ebbene …in un PO come il San Rocco, tanto per fare un esempio calzante, capita che anomalie, contraddizioni e stranezze siano di casa. La polverizzazione della ginecologia sembra non aver lasciato traccia alcuna di rincrescimento e tutti coloro che hanno gettato la spugna, spinti dalla disperazione e dalla certezza che, tanto non sarebbe mai cambiato nulla, sembra quasi che non siano mai esistiti…così come l’umiliante immeritato commissariamento de facto, sembra anch’esso essere passato sullo spirito e sulla dignità di tutti, senza aver provocato il minimo singulto, sia pure per forza d’inerzia…E sull’ensemble, grava l’ombra scura di una verità che nessuno ha voglia alcuna di ascoltare e recepire…perché qualora ciò avvenisse, una intera comunità sarebbe costretta a reagire e la cosa si complicherebbe…La verità purtroppo, è sempre e soltanto una sola….il PO San Rocco avrebbe dovuto e potuto essere il fiore all’occhiello di qualsiasi istituzione o politico anche il più straccione fosse stato eletto a rappresentanza di queste contrade, vista e  considerata la battagli intrapresa per la sua realizzazione, possibile soltanto perché in questi luoghi era passato un uomo che si chiamava Monsignor Raffaele Nogaro. Nell’arco di pochi anni, il politico magno di queste terre, ha deciso che il San Rocco non serviva più e sarebbe stato meglio costruire un altro Ospedale…Quel politico accusava sé stesso di incuria ed incapacità e di arrogante menefreghismo, nel momento in cui dichiarava inutile e addirittura inagibile il San Rocco, ma questa è una vecchia storia, che nessuno vuol sentire ed è proprio questo il motivo per cui,  noi ritualmente la ripetiamo… così, per tener viva una memoria fondamentale, dalla quale non si può prescindere e che qualcuno ha interesse a seppellire. E veniamo ai nostri giorni e ad uno degli ultimi saggi di efficienza, di cui la direzione del San Rocco ed i suoi occulti, ma non troppo “consigliori”, stanno offrendo lettura chiara ed inequivocabile. Si dà il caso che il funzionario responsabile del Protocollo generale sia andato in pensione e che nell’ufficio siano rimasti soltanto due dipendenti, uno dei quali attualmente è in malattia. La situazione è alquanto critica, in quanto il protocollo registra una serie di documenti sensibili, relativi all’azienda e al personale e deve garantirne la sicurezza e l’integrità. I documenti devono essere quindi organizzati in maniera estremamente riservata e sicura ed ovviamente, per accedere al protocollo, sono necessarie credenziali particolari in uso agli addetti. Questo preambolo per offrire la chiara ed inequivocabile necessità di provvedere alle assenze in maniera intelligente ed equilibrata. Detto fatto…e come se tutta la “sensibilità” evidente del problema non esistesse, ed il protocollo fosse nulla di più e nulla di meno, di un banale elenco di depliant pubblicitari in entrata ed in uscita la Ds Antonella Foglia, traducendo il regolamento in carta straccia, fornisce la password del protocollo generale a ben otto assistenti amministrativi  e li investe del problema…La Ds conferisce sul campo le credenziali ad otto neo Cavalieri del Protocollo e se ne va tranquilla e soddisfatta… Ce la va sans dire che in direzione sanitaria vi sarebbero tre impiegati assolutamente in grado di gestire il protocollo, ma poiché si fermano sempre un quarto d’ora prima di cominciare a sudare, la cara Ds Foglia, su consiglio sussurrato del potente Celentano, ha pensato bene di lasciar perdere e di non turbare il sonno della triade alla quale appartiene come componente d’onore, il bravo Celentano stesso. E per adesso ci fermiamo qui, ma soltanto per poco…Hasta la vista!