BIODIGESTORE PONTESELICE, IL RUOLO DELL’ATO RIFIUTI AL CENTRO DELLO SCONTRO IN TRIBUNALE

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di Giovanna Longobardi

NAPOLI – Dopo l’assemblea pubblica indetta dal Comune di Casagiove per ribadire il proprio no all’impianto di trattamento anaerobico della frazione umida  in zona Asi- Ponteselice per la stretta vicinanza ai centri abitati, torna a meno di 24 ore la questione del Biodigestore sui tavoli del Tribunale Amministrativo Regionale (T.A.R.) di Napoli, così come era stato già annunciato dall’avvocato Paolo Centore. Un’udienza, quella di ieri mercoledì 9 maggio, che verteva su un’istanza cautelare di sospensione dei provvedimenti. Al centro dello scontro tra le parti il significativo ruolo dell’Ato rifiuti, organismo preposto a decidere dove collocare un impianto come il Biodigestore, e sull’assenza ad oltranza del Comune di Caserta, nella persona del Sindaco Carlo Marino, anche all’ultimo incontro di fine aprile scorso organizzato dall’Ente d’Ambito presieduto dal sindaco di Marcianise Antonio Velardi.

Si inaspriscono i toni e si alza un’accesa discussione al T.A.R., dove è stato anzitempo presentato un ricorso avanzato dai Comuni di San Nicola la Strada, Casagiove, Capodrise, Recale, dal Comitato Cittadino di San Nicola La Strada Città Partecipata, dal Circolo Legambiente Caserta, dal Movimento Speranza per Caserta contro il Comune di Caserta per la realizzazione del biodigestore sovradimensionato da 40mila tonnellate di rifiuti, che stando alle progettualità sorgerebbe in viale Enrico Mattei.

I ricorrenti si sono affidati all’avvocato Paolo Centore, che rigetta la realizzazione dell’impianto di trattamento della “Frazione Organica Rifiuti Solidi Urbani” ricordando anche che il territorio è soggetto a vincoli paesaggistici di cui al PTP (Piano Territoriale Paesaggistico); pertanto si è inteso impugnare gli atti per la realizzazione del Biodigestore ribadendo, sotto ogni profilo, la scelta errata della localizzazione dell’impianto a due passi dalla Reggia di Caserta e incidendo sulla questione che l’Ente d’Ambito sia stato privato della propria autorità e dell’esercizio delle sue funzioni dal Comune di Caserta.

In merito a questo punto il Capoluogo non ci sta e si è costituito in giudizio attraverso l’avvocato Sergio Turturiello, che ha rilevato che l’Ato Rifiuti non è ancora un Ente di fatto partito. Ma i Comuni alleati e solidali con i movimenti civici ed ambientalisti, attraverso il loro legale rappresentate, ancora una volta non hanno perso occasione per evidenziare l’assenza proprio il Comune di Caserta, che sembra aver alzato ogni barricata, al punto di non presenziare nè all’ultima riunione convocata dall’Ente d’Ambito, né tanto meno alle riunioni pubbliche per alimentare un equo dibattito di confronto reciproco… non ultima l’Assemblea di Casagiove in cui, come ha affermato il sindaco Roberto Corsale, Carlo Marino si è reso anche telefonicamente irraggiungibile.  Un’analisi di fatto che non gioca a favore della figura del sindaco di Caserta, che sembra  non aver tentato nulla per superare l’impasse.

A seguito della disputa tra le parti,  i giudici del TAR si sono riservati se emettere un’ordinanza oppure emanare una sentenza sulla legittimità degli atti impugnati. Il TAR si esprimerà in merito nei prossimi giorni.