IL VALORE DELLA VITA È “PARLARE” DEL VALORE DELLA VITA

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IMG 20180820 153343 0 IL VALORE DELLA VITA È PARLARE DEL VALORE DELLA VITA“Tu non hai valori!”, mi sento dire spesso. Mi capita anche su Facebook, dove la maggior parte delle persone nemmeno mi conosce personalmente e crede di poter giudicare il prossimo. “Che scemi!”, penso io; tuttavia Zuckerberg è stato geniale ad aver dato voce a chiunque sulla faccia della Terra, illudendoci però di averne una. Scrivo un mio “pensierino” libero, come alle elementari mi diceva di fare la maestra, e puntuali arrivano i filosofi della vita a commentare ogni cosa e argomento, con i valori della e sulla vita. Una persecuzione bella e buona questa sui valori; e non sul valore dei soldi, di un quadro o valori monetari che almeno hanno una loro concretezza materiale ; ma piuttosto discorsi sul valore della vita in generale, fini a se stessi e alla presunta bontà di coloro ai quali ci si rivolge. Viceversa, però, il valore dei soldi non è un valore ma un disvalore. “I soldi non fanno la felicità” ;sarà… Ma intanto tutti a lamentarsi della crisi economica o la disoccupazione eppure tutti in fila a comprarsi l’ultimo IPhone, senza il quale nemmeno io potrei più vivere. Ma mica vado in giro a predicare il valore dell’Iphone, lo compro e basta senza rompere le palle a nessuno.
Il discorso sui valori uccide a mio avviso ogni valore perché esprime inevitabilmente anche il suo contrario; come  quando ti parlano del valore dell’amicizia e ti viene subito da guardarti le spalle, e come l’amore tra gli innamorati, inversamente proporzionale al numero dei “ti amo” pronunciati per evitare , col tempo, il pericolo di odiarsi. E i valori che ci propinano da piccoli a scuola ? Siamo in Italia e da piccini iniziano a romperti le palle col valore del Risorgimento e l’unità d’Italia. Dovrebbero dare a tutti una bella medaglia d’oro al valore della noia: fin da subito, a scuola, ore e ore ad ascoltare cazzate e mezze verità su questo Risorgimento che non è mai stato un valore per nessuno se non per chi ha “guadagnato” davvero, ossia i piemontesi Savoia e tutti gli stronzi pseudo – politici di allora. Per non parlare poi del valore dell’impresa di Giuseppe Garibaldi; non si vergognano tutti questi storici? Quali valori? Perché rincoglionire le persone con il Risorgimento se non è mai stato un valore per nessuno? Tuttavia il peggior discorso sui valori è quello sul “valore della vita” : a un certo punto arriva sempre qualcuno che ti tira fuori il “valore della vita” come se la vita fosse quotata in un listino prezzi a Wall Street un tot al chilo e mai nessuno che la vede per quello che è: un campo di concentramento cosmico. Un valore della vita, è invariabilmente, il valore della vita umana, a mio avviso solo un espediente per rompere le palle alle vite altrui. Per esempio: una donna non può decidere di abortire o rifiutare un bambino down perché, per la legge 40, un embrione è già un bambino (ma per coerenza nell’ipocrisia puoi farlo dopo, fino a 3 mesi), magari appellandosi ad una metafisica del DNA (peggio di ogni tipo di religione), come dire che già la ricetta di una torta è una torta. Altro poi è quando saltano fuori i valori della vita o, meglio, ” il rispetto” per un corpo mantenuto artificialmente, magari senza consenso.  Mi domando sempre:  tutta gente che magari crede pure nell’al di là e poi fa di tutto per farti soffrire nell’al di qua, attaccato ad un respiratore artificiale. In verità tutti i discorsi sul valore della vita sono di una tristezza immensa proprio perché non si vuole mai vedere la realtà e la verità: non vedere la verità non è mai un valore ed è come negare l’evidenza delle cose,   quelle terribili soprattutto. A proposito di cose terribili :il “valore della vita” può generare dei veri e propri paradossi incredibili, dai lifting alle punturine magiche. Vedo tantissime donne e uomini che, per sconfiggere la vecchiaia, ricorrono alla chirurgia plastica e magari iniziano con il solito: “La vita inizia a quarant’anni”, “La vita inizia a cinquant’anni”, “La vita inizia a sessant’anni”, “La vita inizia a settant’anni” , “A ottant’anni non si è vecchi”. Per quelli ancora più incontentabili delle illusioni arriva la religione, il paradosso più grande che ci sia: la vita inizia dopo la morte. Fortunatamente ci sono anche degli aneddoti simpatici sul valore della vita; ed  io ricordo spesso con molto “rispetto” il grande Carmelo Bene che, in una puntata del Costanzo, disse, anzi osò dire: ” Ma a noi che c’è ne fotte del Ruanda? “. E in platea un brusio ipocrita di voci, quasi ad invocare rispetto per il valore della vita in nome del Ruanda, di cui a noi cittadini occidentali non frega davvero nulla se non per il solo fatto di commuoverci dinanzi alla povertà e disperazione e solo quando ci viene sbattuto faccia. In Ruanda qualche anno dopo ci andò una delle mie attrici preferite da ragazzo, Claudia Koll, una donna bellissima di cui mi ero invaghito, cinematograficamente. Ma la bella Claudia non andò per donare se stessa o fare quei bellissimi film erotici. Andò perché era passata da Tinto Brass a Gesù Cristo, diventando missionaria ;e siccome la vita è orribile e non esiste nessun valore della vita, il risultato è che noi abbiamo perso una strafiga e il Ruanda è rimasto nella merda anche dopo il suo arrivo. Essendo andata con il  voto di castità e povertà, nessun africano si è fatta Claudia Koll.  Quindi perfino in Ruanda, tra i neri sfortunati che vivono lì, quando gli parli dei valori della vita, ci sarà qualcuno che, pensandoci, dirà: “Ma a noi cosa ce ne è fottuto di Claudia Koll?”