BIODIGESTORE, MACRICO E CAVE … CARO SINDACO CI FAI PAURA!

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CARLO MARINO CONTINUA A SPAVENTARCI, E SINCERAMENTE SIAMO SERIAMENTE PREOCCUPATI PER LUI, MA ANCOR PIÙ PER NOI

      –    di Federico Grimaldi     –     

Alcuni comportamenti amministrativi, che potremmo definire sicuramente discontinui e imbarazzanti, ci potrebbero portare ad immaginare all’eventualità di trovarci di fronte ad una sorta di Dr. Jekyll e Mr. Hyde. Si potrebbe trattare forse di un caso di sdoppiamento della personalità, o magari potrebbero essere delle forti amnesie, oppure, ipotesi meno romantica ma sicuramente più valida, siamo al cospetto di uno che ha preso in giro una città intera e se ne frega altamente di Caserta e dei Casertani. Non è la prima volta che Marino cambia radicalmente posizione su temi che ha già avuto modo di affrontare da consigliere comunale di minoranza, così è stato per il Biodigestore in zona Ponteselice, progetto che ha fortemente osteggiato quando non era sindaco, ma che ora sembra sia diventata una priorità da 26.500.000 di euro; così come per il Macrico, al quale è stata garantita l’appartenenza alla fascia F2 anche grazie al suo prezioso voto in consiglio, e che oggi lui vorrebbe cementificare cominciando con una scuola, una sorta di cavallo di Troia. Adesso è il momento delle cave, questione non poco spinosa e strettamente correlata con la nascita di quell’opera incompiuta del Policlinico. Le cave sembrerebbero una peculiarità tutta casertana, da quanto si apprende dal Rapporto Cave 2017 di Legambiente, sembrerebbe infatti che in provincia di Caserta ci siano “317 cave abbandonate, 59 chiuse, almeno 26 abusive e 46 autorizzate: sono questi i numeri sulle attività estrattive nei 104 comuni che compongono la provincia di Caserta che detiene cosi il triste primato sia per numero di cave presenti sia per la pressione che tali attività generano sul territorio. In questa Provincia è presente una cava ogni 5,8 chilometri quadrati, più del doppio rispetto alla densità del resto della Regione.” e che “In Campania e nella provincia di Caserta”, recita infatti il testo della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti del febbraio 2013 “il problema è particolarmente sentito per l’elevato numero di cave e per il massiccio utilizzo illecito che negli anni ne è stato fatto [..] Cave abusive, città abusive, discariche abusive: nella Regione Campania ed in particolare nella provincia di Caserta ogni segmento connesso con l’utilizzo delle risorse naturali ed ambientali attiva ed alimenta un ciclo illecito, in relazione al quale straordinari sono gli interessi delle organizzazioni criminali.“ Alle 20 cave di cui 7 tutt’ora in attività infine si aggiungono le problematiche relative ai due cementifici, (Moccia e Cementir), le cui strutture, altamente incidenti sulla qualità dell’aria, sono saldate al tessuto urbano di Maddaloni e Caserta, posti a circa 500 metri di distanza l’uno dall’altro, e a poche centinaia di metri dal sito in cui dovrebbe sorgere il nuovo Policlinico della seconda Università di Napoli. Nella nota inviata ai vertici della Regione Campania, nella qualità di Presidente dell’ANCI Campania, attraverso la quale invita la Regione a tenere conto di alcune osservazioni per eventuali modifiche al Disegno di Legge «Norme in materia di Governo del Territorio», il nostro sindaco tenta il blitz, chissà che ha in testa o cosa ha promesso, infatti qualora le sue osservazioni venissero accolte, potrebbe gestire anche il futuro delle cave presenti sul territorio comunale, “Nelle more dell’ultimazione degli interventi di completamento, al fine della ricollocazione dei lavoratori già impegnati nelle attività estrattive, come previsto dall’art. 89 comma 10 quinquies NDA PRAE introdotto dall’art. 2 comma 1 lettera h) LRC 22/2017, il componente Comune indice conferenza dei servizi per l’approvazione di un progetto di rigenerazione territoriale, anche in deroga allo strumento urbanistico e con le modifiche dovessero ritenersi necessarie, con destinazioni di interesse pubblico, sociali, sanitarie e terziarie, da attuarsi in conformità alle procedure semplificate del regolamento di cui all’art 74 e/o a mezzo di accordo di programma di cui all’art. 45.”, che in soldoni significa intanto che finiscono di cavare, facendoci scudo dei lavoratori, ci studiamo la migliore speculazione … ops, pardon … la migliore rigenerazione territoriale. E pensare che solo andando qualche anno addietro, lo stesso Marino, da consigliere comunale, nel consiglio del 3/10/2012 approvò la delibera n.67 con la quale all’unanimità fu detto no al riavvio delle attività estrattive nel comune di Caserta, ma non solo, nel 17/09/2014 con prot. 64836, fu firmatario di una mozione avente come oggetto: Determinazioni recupero cave dismesse. Atto di indirizzo dei programmi di dismissione delle cave del comune di Caserta (che troverete in allegato, anzi provate a riconoscere i firmatari), e che al punto (d) recitava così “Che sia prevista nel redigendo PUC per le cave dismesse la destinazione ad area florofaunistica protetta”. Questo era il Marino ambientalista, oggi …? Ma perché Carlo Marino ha cambiato ancora una volta così radicalmente la propria posizione su temi così importanti e strategici per la città. Rifiuti, Verde Pubblico e Ambiente, ma anche Salute e Mobilità, sono temi strettamente correlati e centrali nella ricerca di quella sostenibilità ambientale e di una apprezzabile vivibilità cittadina che Caserta ha difficoltà a garantire ai suoi abitanti. Allora, non faremmo peccato a riflettere sull’eventualità che il mai istituito Parco dei Tifatini è stato solo fumo negli occhi da inizio mandato, mentre solo adesso possiamo finalmente leggere nei dettagli il vero progetto che Marino ha sempre avuto sulla città di Caserta. Ne prendiamo atto … purtroppo Mr. Hyde ha preso il sopravvento.

MOZIONE

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