“LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI”: IL DOLORE ATTRAE DOLORE 

0

450 250 la solitudine dei numeri primi “LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI”: IL DOLORE ATTRAE DOLORE La sofferenza avvicina. È come se ci riconoscesse tra la folla: chi porta con sé un dolore si muove nel mondo alla ricerca di un’anima simile che sia in grado di poter comprendere. Se è vero però che il dolore lega, può attutire il peso da sopportare, o invece creare un dolore ancora più grande? Alice e Mattia si sono sempre sentiti simili: le loro vite sono state condizionate da forti traumi che non hanno mai realmente superato. Si sono conosciuti ancora prima di parlarsi. Potrebbero amarsi, ma non si concedono il lusso di apprezzare la bellezza. Non c’è spazio per la felicità. E il loro essere numeri primi, ossia divisibili solo per uno e per se stessi, li avvicina ma quello che li lega è in realtà ciò che fa loro più male.alba rohrwacher “LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI”: IL DOLORE ATTRAE DOLORE 

Il regista ha puntato sulla suggestione visiva, lavorando sulle immagini fino allo sfinimento: Alba Rohrwacher e Luca Marinelli indossano alla perfezione l’angoscia e il tormento. La pellicola, tratta dall’omonimo romanzo di Paolo Giordano, è ostica e irrisolta, così come le vite dei due protagonisti. La loro esistenza è congelata in un presente immobile. Alice e Mattia sono prigionieri del loro dolore. La loro sofferenza è così intensa da far male persino nei silenzi. Eppure una riconciliazione può esserci, così come una speranza verso un futuro diverso. Le ossessioni, i fantasmi, le ferite possono trovare pace. Sta al pubblico il compito di colmare i vuoti, comprendendo a fondo il significato di solitudine.

jpg 1512894 3 a6b3 une scene du film italien de saverio costanzo “LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI”: IL DOLORE ATTRAE DOLORE Si possono attribuire significati diversi, infatti, alla parola solitudine. Ed è questo che la pellicola suggerisce. Di che colore la immaginiamo? Qual è il contrario di solitudine? Le risposte saranno differenti: per qualcuno può essere folla, invasione. Per altri è aiutare, farsi aiutare, sentire di appartenere ad una comunità. La solitudine può essere felice, creativa, terapeutica. È quella non scelta ad impedire una rinascita. Abbiamo tutti il bisogno di sentirci accolti, rassicurati, di capire come la parte che più abbiamo paura di far conoscere sia la migliore. Per non sentirsi in una solitudine imposta bisognerebbe essere autentici: non simulare, lasciare che le nostre emozioni siano come sono, incensurate, ma filtrate creativamente in modo da poter essere La solitudine dei numeri primi 4 670x330 1 “LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI”: IL DOLORE ATTRAE DOLORE comprese dagli altri. Significa esporre la propria umana vulnerabilità, che è anche la via di accesso alle più recondite e preziose parti di noi. Bisogna accettare le fragilità. Come ci si sentirebbe ad essere infrangibili? Sarebbe bello, ma non si sentirebbe nulla. C’è bisogno, invece, di miracoli, di misteri e di scoperte, e la vita ne è piena. Non è mai tardi per crescere, e prima di riuscire a chiedere e ricevere dagli altri e soprattutto a dare, bisogna imparare a tenersi simbolicamente in braccio da soli per un po’.

Mariantonietta Losanno