Dean e Cindy sono una di quelle coppie in cui la scintilla è scattata subito: tra di loro c’è quella chimica passionale e travolgente, ma anche distruttiva. Sin dalle prime immagini ci si rende conto di assistere all’epilogo di una storia d’amore: basta osservare delle semplici azioni -come una colazione in famiglia- per avvertire quel senso di rassegnazione che preannuncia la fine di un amore. Di quel sentimento, infatti, è rimasto ben poco: la quotidianità ha spento l’intesa per lasciare il posto ad incomprensioni e litigi. Eppure Dean non si rassegna, tenta disperatamente di tenere in piedi quel poco che è rimasto, sfruttando il potere dei ricordi e provando a passare del tempo con Cindy lontano dalla routine.
“Blue Valentine” racconta una storia semplice, è l’onestà dei personaggi a renderla significativa: lo spettatore, osservando due approcci diversi all’amore -uno più rassegnato, l’altro forse più infantile ma che ha ancora forza di lottare- si immedesima anche nel dolore e nel fallimento. Ci sono, dunque, due verità in questa storia, ed entrambe possono essere più o meno condivisibili. Viene da domandarsi come ci si possa fidare dei sentimenti sapendo che possono finire così in fretta: semplicemente imparando ad accettare. “Blue Valentine” si trasforma allora in un’interessante -e non eccessiva- riflessione sul tempo che trasforma i caratteri e anche i sentimenti. La pellicola funziona proprio perché è costruita con spontaneità e dolcezza: a 
fianco all’immagine di Dean che piange disperato c’è quella di una coppia che balla il tip tap di notte suonando l’ukulele. Sono “giuste” entrambe le cose. Accettare il fallimento non deve comportare il sentirsi un fallito: additarsi colpe non serve, né darsi un’etichetta.
“Blue Valentine”, piuttosto che una storia d’amore, è la storia sulle conseguenze dell’amore, in cui bisogna fare i conti con il peso delle aspettative di entrambe le parti. In una relazione reale ci possono essere sia la passione e il
tormento che la delusione e la fine. Volendo azzardare un paragone, si potrebbe dire che “Blue Valentine” abbia qualcosa in comune con “Storia di un matrimonio”, ma non raggiunge quel tipo di intensità.
Mariantonietta Losanno
