INTERVISTA ALL’ONOREVOLE PAOLO BROCCOLI… LA PAROLA AI GIGANTI

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–        di Francesca Nardi        –                  

Non sarà mai povera questa terra,  se uomini come l’onorevole Paolo Broccoli ne raccoglieranno i sospiri, ne coltiveranno le preziosità nascoste e ne rispetteranno le emozioni, finché uomini come lui avranno la capacità serena di andare oltre la follia, l’ingegno, l’errore o il peccato individuale, per cogliere il seme talvolta ignorato, della volontà di cambiamento e lottare affinché non si perda e l’ingranaggio pernicioso della superficialità ne distrugga la memoria…ed è perché esistono ancora  uomini come Paolo Broccoli che, rivoltando le zolle di questa terra con le mani, riesci a cogliere l’odore primitivo della vita, che si rinnova, che pretende di rinnovarsi. E se l’arte della politica conserva una sua antica solennità, lo si deve a queste figure prestigiose che dal piccolo grappolo illuminato di cui fanno parte, umilmente indicano la via. La prima intervista con l’onorevole Paolo Broccoli risale a molti anni fa …Duro, coriaceo, inattaccabile, inossidabile, coltissimo…un monolito su cui la profonda umanità aveva disegnato un sorriso disarmante, arguto, quasi fanciullesco…Lui parlava piano…con precisa inalterabile sicurezza, permeata da una incredibile serenità…  Ed è stata subito ammirazione…l’abisso che lo divideva dal più bravo tra gli altri che “facevano” politica, fu improvvisamente evidente, così come fu immediato il freddo, consapevole, incontrovertibile riconoscimento della sua superiorità di spirito e di intelletto, che si qualificava sorridendo, nella naturale modulazione delle parole, in quel suo continuo attraversarsi per attraversare gli eventi, travalicando le persone fisiche per arrivare al cuore pulsante del loro incontro con il cambiamento, nella sua personalissima e generosa valutazione di quello che tu sei all’interno del tutto e di ciò che non riesci a diventare, rallentando, magari soltanto per l’eternità di un attimo, il corso degli eventi e… istintivamente, fin dai tempi di quella prima lontanissima intervista, quella sua abitudine elegante di non indulgere al giudizio sulle persone, quel suo sereno procedere soprattutto verso la comprensione delle ragioni e la natura delle stesse mi fece pensare ad una poesia di Costantino Kavafis e immaginai che l’onorevole Paolo Broccoli la dedicasse a tutti coloro che “facevano” politica e la dedicava sostituendo la parola “Vita” con la parola, appunto,  “Politica”… Immaginai arbitrariamente che dicesse loro così…

E se non puoi la vita (la politica ndr) che desideri
cerca almeno questo
per quanto sta in te: non sciuparla
nel troppo commercio con la gente
con troppe parole in un viavai frenetico.

Non sciuparla portandola in giro
in balìa del quotidiano
gioco balordo degli incontri
e degli inviti,
fino a farne una stucchevole estranea.

                     Constantinos Kavafis