SANITÀ, GLI INFERMIERI SI PREPARANO ALLA PROTESTA A MILANO 

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ROMA – Gli infermieri italiani scendono nuovamente nelle piazze, nelle strade, in quella che di fatto è una nuova calda stagione di proteste, più che legittime, da parte dei nostri operatori sanitari.

I professionisti della salute non hanno mai davvero seppellito l’ascia di guerra, per tanto si preparano ad affrontare, consapevoli a pieno del proprio valore, le snervanti promesse delle istituzioni, a cui sono abituati, ma rispetto alle quali non intendono piegarsi ed in alcun modo arrendersi.

Per tanto, dopo Ferrara, Rimini e Genova, si ricomincia dalle manifestazioni di Milano (domani 10 marzo, ore 10 davanti al Pirellone in via Fabio Filzi), Trento (11 marzo, ore 10, davanti al Commissariato del Governo) e Verona (24 marzo in piazza Bra). Gli infermieri chiedono prima di tutto, un doveroso adeguamento degli stipendi, in linea con gli altri Paesi europei (siamo mestamente ancora al terzultimo posto, peggio di noi solo Estonia e Grecia), proporzionato con le responsabilità, con i carichi di lavoro, con i rischi che corrono ogni giorno, e anche con le evoluzioni negative del costo della vita, senza dimenticare l’elevata formazione, sia universitaria che plasmata anno dopo anno, con la quale fanno il paio l’esperienza sul campo e gli aggiornamenti continui.

Nei delicatissimi giorni che portano alla costruzione del nuovo contratto, gli infermieri del Sindacato Nursing Up, nel mantenere fede, con coerenza e lealtà, alle proprie richieste all’Aran, sulla tortuosa ma percorribile strada che porta ad una valorizzazione contrattuale ed economica, riconoscono che cominciano a trasparire i primi spiragli di luce sulla parte normativa, ma c’è ancora della strada da fare. Scendiamo, quindi, nelle piazze per sensibilizzare i prefetti e i governatori locali ad agire in modo tempestivo sul Governo di Roma.

I turni massacranti, le sindromi di burnout, l’aver visto in faccia la paura e a morte, il subire ogni giorno, nelle corsie, violenze fisiche e psicologjche, e poi i numeri allarmanti, che restano scolpiti nella memoria, dei decessi e dei contagi durante la pandemia: tutto questo non può, non deve finire disperso nel silenzio.

I proclami di un Governo che, ingenti risorse alla mano, ad esempio con la Missione 6 del nuovo Pnrr, intende costruire una nuova sanità in Italia puntando sulla valorizzazione delle proprie eccellenze professionali, di cui gli infermieri sono simbolo assoluto, si trasformino seduta stante in concreti e reali piani, che portino a “debellare piaghe” come la carenza di personale ormai cronica e la fuga all’estero dei giovani migliori.

Le manifestazioni di piazza del Nursing Up, oggi come in passato, rappresentano, per gli infermieri, l’occasione sia per l’ennesimo confronto con la collettività, sia per rivolgere richieste legittime alle Regioni e al Governo, che di fatto apriranno la strada all’annunciato sciopero del prossimo 8 aprile, che ci vedrà incrociare le braccia per 24 ore e bloccare per 6 giorni gli straordinari.