OSPEDALE DI PIEDIMONTE… IARROBINO, LA PEZZA A COLORE E L’INFERMIERE IN SALA MORTUARIA

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(f.n.) – Le notizie sulla sanità ospedaliera, quando arrivano dai presidi montani, sono molto più stringate e restie a decollare…e sovente tra valli e colline, capita che perdano qualche pezzo prima di raggiungere la loro destinazione, fino a mutare nella loro profonda e autentica sostanza…Le notizie che, invece, arrivano dai presidi della baronia aurunca, trasportate dal maestrale, arrivano con una certa celerità. Ma…il PO di Piedimonte Matese, nonostante lasci trapelare assai poco, riesce a dimostrare con dati di fatto, ciò che noi sosteniamo da tempo: la fatale tendenza dell’Asl, alla solita manfrina dei raccomandati di ferro. Sembrerebbe infatti, che un infermiere assunto a suo tempo con contratto Covid, stia facendo una insolita, ma fulgida carriera all’interno del presidio pedemontano…Infatti tale infermiere che, peraltro, pare sia il marito di una caposala ff dello stesso presidio, ha lavorato presso l’USCA di Piedimonte fino a qualche tempo fa, dopo di che, è stato inviato a svolgere il suo lavoro di infermiere in sala mortuaria…Ora…la domanda sorge spontanea: cosa fa un infermiere in una sala mortuaria?, pare che la sala mortuaria, infatti, non preveda la presenza di alcun infermiere…per ovvie ragioni che non staremo qui ad elencare, per non offendere l’altrui intelligenza. Sembra inoltre, che all’interno dell’Ospedale, il privilegio accordato all’infermiere di cui sopra, non sia stato apprezzato dai colleghi, che non hanno esitato, in più di una occasione, ad insultarlo. Una penosa situazione che avvilisce sia un’Azienda che non si è mai creata il problema dell’immagine, sia le persone che vengono agevolate in nome di qualcosa, che varia secondo i personaggi e “loro derivati”. Ma…non finisce qui, perché l’Ospedale di Piedimonte è stato palcoscenico di un altro episodio, sul quale si sono scontrati pareri e dichiarazioni. Qualche giorno fa si è bloccato l’ascensore, che trasporta barelle, rimanendo incastrato tra un piano e l’altro. La notizia decollata, quasi immediatamente dopo il guasto (e quindi non sofisticata da un eventuale ragionamento), evidenziava che, fortunatamente in quel momento non vi era alcun paziente nel vano dell’ascensore. Nel giorno successivo alla pubblicazione della notizia, il Ds del Presidio dottor Gianfausto Iarrobino, dichiarava che l’ascensore, un vecchio ascensore, non era usato per il trasporto di pazienti ma soltanto per il trasferimento delle attrezzature e macchinari. Sembrerebbe invece, curiosando ed ascoltando le diverse affermazioni di chi lavora al Presidio di Piedimonte, che quella del Ds, sarebbe stata o la classica “pezza a colore” oppure un atto di ignoranza dei fatti, da parte del Ds stesso. Infatti entrambi gli ascensori dell’Ospedale, pare vengano usati per il trasporto dei malati. Gli ascensori vengono utilizzati anche dal personale e si spostano con una chiavetta. Gli ascensori, pare siano talmente malandati che non consentono il trasporto con i letti ospedalieri e le barelle nuove riescono appena ad entrare, restando peraltro assai sovente, incastrate con le ruote tra i binari dell’apertura porte. Questo è ciò che abbiamo appreso dall’interno e non abbiamo alcun motivo per ritenere che le cose non stiano davvero così. Comprendiamo l’abitudine delle varie direzioni, del “mettici una pezza”, ma non sarebbe assai meglio che un Ds, allargasse le braccia e dicesse: “c’amma fa?, qua nessuno ci ha messo mano per decenni, gli ascensori sono scassati e questo è quanto può succedere…però a breve, sappiate che rinnoveremo tutto, è un impegno”.  Poi magari potrebbe spiegare la faccenda dell’infermiere in sala mortuaria e allora sarebbe il massimo!!!, imprimendo di colpo, una svolta intelligente e sana all’andazzo del Presidio. Iarrobino è in grado di imprimerla questa svolta, perché non comincia? Hasta la vista!