L’ARS POLITICA DI UN EX SINDACO E LA PRESUNZIONE DI UN AMMINISTRATORE

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(f.n.) –La seconda sezione civile della Corte d’Appello di Napoli, ha rigettato in data 17 marzo u.s., il reclamo avverso il decreto emesso dal Tribunale di Santa Maria C.V. il 21 giugno 2022, decreto a favore della ricorrente avvocato Angela Porfidia, condannando “l’ostinato” Roberto roberto corsale L’ARS POLITICA DI UN EX SINDACO E LA PRESUNZIONE DI UN AMMINISTRATORECorsale, a pagare le spese alla controparte. Il bravo Corsale è riuscito a collezionare due condanne in primo grado, nella sua veste di amministratore di condominio ed altre due dalla Corte d’Appello, alla cui autorità si era ovviamente, rivolto, non si riesce a comprendere a fondo, con quali presupposti…ben 11 magistrati si sono occupati del caso Corsale…siamo affascinati… Ma quale beneficio, direte voi, sempre giustamente critici, potrebbe arrecare alla comunità che legge e, si presume, medita, apprendere che Roberto Corsale, abbia perso un altro ricorso?. Nessuno, ovviamente, ai fini della volgare, spicciola utilità o anche soltanto della curiosità effimera, meno volgare ma altrettanto inutile…ma…arrecherebbe un certo beneficio, significativo e di ben altra portata, assai costruttivo e addirittura didattico, se la storia, il cui ultimo atto, si presume, sia rappresentato appunto dalla decisione di una Corte d’Appello, verrà letta ed assorbita da una comunità attenta,  quale prezioso contributo, alla reale conoscenza della personalità e dell’indole di qualcuno, che ha ricoperto cariche di un certo rilievo, desiderando peraltro di ricoprirne altre, addirittura di maggior peso politico, se il popolo sovrano fino ad oggi, non avesse deciso altrimenti. La storia del nostro Paese e dei nostri Comuni del resto, passa e ne assorbe le azioni, attraverso la storia degli uomini che, ai vari livelli di eroismo e viltà, indolenza e vanità, coraggio e servilismo, l’hanno tessuta, vissuta, rovinata, falsata e distrutta o glorificata onorandola. Su questa linea, nulla dovrebbe passare inosservato al popolo sovrano, se desidera continuare ad essere tale, dal momento che molto di ciò che oggi, abbiamo serie difficoltà a spiegarci, deriva e dipende dalla nostra ignoranza dell’altro e dal nostro aver vissuto, senza soffermarci su nulla, per noia, per paura o soltanto per convenienza. Roberto Corsale è stato sindaco di Casagiove, un giovane sindaco ambizioso, convinto, come del resto, molti giovani dalla parlantina mielata, di avere sempre la soluzione in tasca, per sé soprattutto…ed anche per gli altri, laddove fosse stato il caso. Pertanto non era nuovo a ciò che qualcuno potrebbe definire schizofrenia dialettica…in parole povere, il classico predicare bene e razzolare al contrario…ed al momento opportuno, negare il tutto arrampicandosi lungo gli specchi bagnati. Un esempio per tutti, risale alla campagna elettorale di Roberto Corsale, per il rinnovo del Consiglio Regionale, quando il baldanzoso candidato consigliere, dichiarandosi in grande amicizia con De Luca, predicava a pieni polmoni contro abusivi ed abusivismo, annunciando che, quando (e non qualora) fosse stato eletto, si sarebbe fatto promotore di una legge in tal senso. L’ardimentosa prosopopea schizofrenica appunto, del giovane Corsale, consisteva nel fatto che, mentre predicava in veste di politico contro gli abusi, nella sua vita professionale che lo vedeva amministratore di condomini, continuava a far finta di non vedere che, nei suoi “feudi condominiali” si consumavano da tempo, abusi di tutto rispetto. Quali leggi avrebbe mai potuto proporre il bravo Corsale?, mentre predicava, dimenticava di denunciare due abusi a lui ben noti e sollecitare quindi, l’applicazione della legge ed il rispetto delle regole. I due abusi erano evidenti al Parco dei Pini di Centurano e a Via Mazzini, nel centro di Caserta, come peraltro abbiamo scritto a suo tempo, suscitando le ire del Corsale. Al Parco dei Pini, in uno dei palazzi amministrati dal Corsale, degli otto appartamenti situati sulla stessa scala ve n’erano sette, che avevano trasformato il loro terrazzo di venti metri quadrati, in una bella veranda chiusa…con tutto ciò che ne consegue, aumento di volume, adeguamento quote condominiali e tutto il resto di cui non si è tenuto conto…Morale: il Corsale fu denunciato dai condomini che, secondo la paradossale logica corrente,  avevano il grave torto di non aver commesso abusi…ed il Corsale, nonostante fosse convinto di avere la soluzione in tasca, ed al quale venne revocato l’incarico di amministratore, perse causa ed appello. E veniamo all’abuso di cui nel centro storico di Caserta il cui atto finale dovrebbe appunto essere la decisione della Corte d’Appello del 17 marzo u.s. Una lunga storia si addensa a corredo del decreto, che ha origine da un palazzo storico amministrato dal Corsale, che come scrivemmo in passato, in cui vi erano colonne fecali di epoca borbonica che non scaricavano nel sistema fognario comunale ma in un pozzo sotterraneo che avrebbe dovuto essere pulito e svuotato con frequenza, contrariamente a quanto avveniva provocando il pericolo di infiltrazioni nel sottosuolo. Nel tempo sono stati allertati Noe e Comune ma…qualcuno si stupirebbe se dichiarassimo che non è successo nulla? Nessuno vero? L’avvocato Angela Porfidia proprietaria di un appartamento all’interno del palazzo storico di Via Mazzini, rappresentata dall’avvocato Fabio Landolfi, ricorre dunque, in data 25 febbraio 2022 per la revoca giudiziale per l’amministratore Roberto Corsale in carica dal 14 maggio 2019. Da anni il problema relativo alle colonne fecali era “attenzionato” e seguito dall’avvocato Angela Porfidia, che, a seguito di un ricorso, aveva peraltro ottenuto dal Tribunale che emettesse una ordinanza nel 2014 affinché l’amministratore in carica all’epoca dei fatti, tale Raffaele Conca, procedesse nella realizzazione di una nuova vasca, cosa che non avvenne e che ebbe le dovute conseguenze, compresa la decadenza di Conca dall’incarico. Fu quindi eletto Cosale che sbattendosi il petto villoso, assicurò fin da subito, (caruccio), il massimo impegno per risolvere al più presto la “maleodorante” vicenda. Corsale convocò da quel momento, con la solerzia che lo contraddistingue, ben nove assemblee nel corso delle quali, non soltanto non affrontò il problema dell’impianto fognario, ma addirittura non presentò alcun bilancio né rendiconto…in tre anni nessun atto contabile fu quindi sottoposto ai condomini. Quanto sopra ed altre irregolarità, evidenziate dalla ricorrente determinarono il giudizio della IV sezione civile del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere che, con decreto emesso in data 21 giugno 2022 e pubblicato l’8 settembre 2022, revocava Roberto Corsale dall’incarico di amministratore del condominio di Via Mazzini e lo condannava a pagare le spese. Ma…il dottor Roberto Corsale non si rassegnò, giammai!, ed intese procedere fino in fondo, animato soprattutto dalla consapevolezza di possedere una marcia in più, a risoluzione di tutti i problemi e dimenticando che, per orientare le vele verso i lidi che ci interessano, talvolta sono necessari i miracoli o per coloro che amano le favole dei fratelli Grimm, la bacchetta magica, il guerriero Roberto Corsale, si precipitò a fare ricorso…e indovinate un po’… come è andata?,  lo ha perso… La morale dovrebbe consistere nell’invito per tutti, ad essere sì coraggiosi, sì intraprendenti, sì persino spregiudicati… ma di essere così razionali ed illuminati da riconoscere i segni di una battaglia persa, altrimenti, come nel caso specifico di Corsale, la sua “ars politica” come egli stesso ebbe orgogliosamente ed anche presuntuosamente a definire, la sua maniera di fare politica, correrebbe il serio rischio di fare un drammatico ed umiliante “plof”. Hasta la vista!