ASL, E NUOVI OSPEDALI: “SALVE NON VORREI ENTRARE TROPPO NELLO SPECIFICO…..”

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Salve, non vorrei entrare troppo nello specifico attraverso le normative che gestiscono la costruzione di ospedali e strutture che accolgono “oggetti giuridici” strategici per la comunità… .etc.. Non sapendo ancora quale sia la futura dislocazione del nuovo plesso (superficie mai chiaramente individuata e resa pubblica n.d.r.), ma conoscendo il territorio in oggetto, credo che qualsiasi commissione di esperti o semplicemente di persone di buon senso, non possano ritenere valida e razionale la costruzione di un ospedale in una zona dove nessuna condizione (geologica, sismica, viabilità…etc) possa essere attesa. Per una comunità colpita da un evento naturale, quale quello sismico o allagamento, batteriologico, chimico o radiante, una macrostruttura che dovrebbe affollarsi di migliaia di persone o dalla quale dovrebbero essere evacuate nello stesso numero, diviene punto cardine per una intera comunità. Stiamo parlando di una struttura a cui possono venir chieste, in condizioni di stress, risposte pronte ed efficaci per contenere i danni da calamità. Se solo volessimo parlare delle arterie, beh vene o meglio ancora capillari, non in grado di assicurare nulla, del territorio geologicamente non adatto, della posizione fisica sconfortante , se dovessero conferirmi l’onere di definire la zona adatta alla creazione di un polo nevralgico per tutta la comunità, sarei in grado di dare parere negativo senza nemmeno vedere i progetti. Questa classe politica in commistione con quella dei vertici della sanità dovrebbe scomparire e rifondarsi. In questo modo non si va da nessuna parte”. Il Cerusico, vuole partire da qui, confortato da un affezionato (e….competente) lettore che ha ritenuto, con alto senso civico, tecnico e professionale, di inviare un proprio sintetico commento all’ultimo intervento de Il Cerusico del 13.09.2021 dal titolo: “Asl, ormai si vendono Ospedali a chilo senza capo, nè coda”. Per cui visto quanto evidenziato dal nostro lettore in materia di “Condizione geologica, sismica, viabilità…etc” del territorio individuato per la realizzazione del nuovo Ospedale di Sessa Aurunca e visto che quell’area vede ancora la presenza della dismessa Centrale Nucleare del Garigliano, proviamo a documentarci su eventuali o possibili aspetti sfavorevoli dovuti proprio alla presenza di tale Centrale. E lo facciamo prendendo spunto dal volume “Bidone nucleare” di Roberto Rossi.2 1 ASL, E NUOVI OSPEDALI: “SALVE NON VORREI ENTRARE TROPPO NELLO SPECIFICO…..”In seguito analizzeremo l’aspetto della viabilità e relativi servizi. Cominciamo con il dire che Sessa Aurunca si trova immediatamente alle falde del vulcano Roccamonfina, a nord di Caserta; vulcano considerato estinto e la sua antica attività eruttiva, cessata circa 50.000 anni fa, prosegue solo con movimenti sismici. E già questa è una utile caratterizzazione dei luoghi. Poi, è noto, che alla Distanza in linea d’aria: 6 chilometri (3.7 miglia) e ad una Lunghezza percorso stradale: 9 km da Sessa A., troviamo la permanenza della dismessa Centrale Nucleare. Ed ora, rifacciamoci a Roberto Rossi: “ La Centrale è però conosciuta con il nome del fiume che forniva l’acqua per l’impianto di raffreddamento: il Garigliano…. Nel 1978 si scopre una fessura in una caldaia per la produzione di vapore. C’è il rischio di fuoriuscita di materiale radioattivo e così ENEL decide di fermare l’impianto per consentire le riparazioni necessarie. Da quel momento la centrale del Garigliano non verrà più riavviata. Il costo della riparazione infatti viene giudicato non conveniente. Il 9 luglio 1981, 30 anni fa, si decide che l’impianto venga mandato in pensione. Nel marzo successivo la definitiva disattivazione. Dunque sono passati trent’anni e la centrale ancora non è stata smantellata. La sua storia, poco conosciuta se non dagli abitanti della zona, è pazzesca e sintomatica di come gli affaristi del nucleare lo hanno gestito nel nostro paese, della leggerezza, superficialità, mancanza di competenze, per finire nella vera e propria delinquenza…… La prima domanda che uno si fa è come mai una centrale nucleare sia finita in quel posto, che è conosciuto fin dall’antichità come paludoso e soggetto spesso alle piene e alle tracimazioni del fiume? Una zona a rischio medio per quanto riguarda i terremoti. Se ci mettete anche il fatto che è ad elevato interesse turistico per la vicinanza di parchi e spiagge famose tra il Lazio e la Campania si fa davvero fatica a comprendere il perché della scelta….. Finché si arriva al 1970, quando si rischia il “botto”. Succede quello che è avvenuto di recente a Fukushima. A causa delle piene e quindi delle inondazioni del fiume Garigliano i motori elettrici che regolano il sistema di raffreddamento si spengono: quello principale e anche quello secondario….. Nei successivi otto anni ci sono altri quattro incidenti importanti. In due di questi (1972 e 1976) dalla centrale esce materiale radioattivo che si mescola all’aria. Poi nel 1978 l’ultimo guasto e la chiusura come abbiamo già visto… Che il Garigliano sia un fiume pericoloso in quanto ad esondazioni è sotto gli occhi di tutti; che l’acqua che entra poi possa uscirne carica di radioattività anche: il CNEN impiega tre anni per installare nei depositi alcune pompe sommerse… Altre inchieste seguirono. Quella dell’ENEA del 1980 rivelò la presenza di cobalto60 e Cesio137 non solo vicino alla centrale ma anche in una vasta zona di mare. I valori dagli anni 60 erano più che raddoppiati, ma nessun controllo aggiuntivo venne fatto… Ma tutte le scorie – assicurano a Sogin – andranno poi a finire nel deposito nazionale che ne accoglierà 80mila m³: ma dove e come questo deposito sarà realizzato non si sa, semplicemente perché nessuno sa come farlo. E così i tempi si allungano e la data di fine lavori prevista per il 2016 è già stata spostata da Sogin al 2022 (poi di nuovo al 2026, n.d.r.). Il mantenimento di questa società che ha fatto pochissimo per non dire nulla fino al 2008, grazie ad una gestione – come dire? – “poco chiara”, costa tanti soldi. Solo per Sessa Aurunca sono stati spesi finora 450 milioni di euro. Li abbiamo pagati tutti noi, grazie a quella voce, A2, che trovate nella vostra bolletta della luce…..” Fin qui, molto sommariamente Roberto Rossi.sarno ASL, E NUOVI OSPEDALI: “SALVE NON VORREI ENTRARE TROPPO NELLO SPECIFICO…..”

Quindi, abbiamo toccato aspetti cosiddetti “geomorfologici”, sismicità e/o zone alluvionali. Aspetti, infatti, che hanno provocato morte e distruzione, ad esempio, il 05 maggio del 1998 anche per l’ex Ospedale di Sarno completamente sommerso da una valanga di fango abbattutasi dalla montagna sovrastante ad esso. Può bastare come esempio quando non si pianifica, progetta un’opera senza alcun criterio se non quello politico speculativo e del guadagno facile a danno dei cittadini? Il Cerusico, perciò, vuole sperare che l’Assessore all’Urbanistica e all’Ambiente Fulvio Bonavitacola, il quale affermò in tempi non sospetti ed alla luce della persistenza della Centrale Nucleare del Garigliano a ridosso dell’area individuata, che: “I programmi attuali prevedono la conclusione delle attività di smantellamento nel 2026 quando saranno completate le operazioni di dismissione e i rifiuti radioattivi condizionati saranno stoccati in sicurezza nei depositi temporanei del sito, in vista del loro successivo conferimento al Deposito Nazionale…… La Regione Campania auspica (???) che le autorità nazionali individuino presto il sito di deposito nazionale, ove trasferire i materiali residuati dalla dismissione, per poter completare in via definitiva la bonifica del sito che ospita la Centrale”, oggi riesca a portare al tavolo degli ideatori del nuovo Ospedale di Sessa Aurunca, motivazioni valide che giustifichino tale opera in quello specifico territorio (Il Cerusico, 19.04.2021).