ASL, EREDITARIETÀ DEL POSTO DI LAVORO E POVERTÀ SANITARIA

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Era l’8 marzo del 2020 quando il Direttore Ferdinando Russo lanciò un “appello dell’Asl di Caserta ai cittadini-utenti”. Tra le altre, Russo ricordava come: “Al momento attuale ci sono molti concittadini in sofferenza. Il riferimento non è rivolto esclusivamente al personale sanitario che l’ASL ha l’onore di accogliere nel suo organico ma anche a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori occupati in attività economiche colpite dalle misure di sospensione messe in campo che riguardano cinema, teatri, pub, attività commerciali e ricreative e, in generale, tutto il settore dei servizi alla persona. Non possiamo lasciare queste categorie sociali, ad affrontare l’emergenza, prive del nostro supporto, ciascun cittadino è chiamato a collaborare affinché tutto il Paese possa superare questo momento”. Amen. Ite missa est. Comunque, lettere accorate che lasciavano presagire (?) una certa sensibilità (?) in senso lato rispetto ad un andazzo ormai sceso ai minimi livelli gestionali e morali dell’Ente di Via Unità Italiana. Questo presagio, però, non aveva tenuto in debito conto certi vizi, certi difetti antropologici di squisita natura politico-gestionale. O meglio non aveva tenuto in conto un consolidato modus agendi, ormai incancrenito, indissolubile ed inamovibile. Un modus di origine etnico-geografico, oseremmo dire. Quello legato ad una imperante gestione familistico-clientelare. Altro che “…cittadini in sofferenza…!!!russo correra di biasio ASL, EREDITARIETÀ DEL POSTO DI LAVORO E POVERTÀ SANITARIA

Il Cerusico, il quale già aveva trattato con prove schiaccianti queste abitudini etnico-geografiche (Il Cerusico,  13.11.2017, 22.01.2018, 29.01.2018, 19.03.2018, 16.04.2018, 11.06.2018, 25.06.2018, 27.08.2018, 24.09.2018, 22.10.2018, 29.10.2018, 10.12.2018, 17.12.2018, 25.03.2019, 22.04.2019, 01.07.2019, 23.12.2019, 23.03.2020, etc.), suo malgrado, si appresta a confermare nuovamente quanto già evidenziato e con nuovi più freschi elementi. L’ispirazione questa volta gli viene data dalle n. 2 Delibere, la n. 136 e la n. 137 del 29.01.2021, l’una relativa al Concorso Pubblico per n. 46 posti a tempo indeterminato per Collaboratori Amministrativi e l’altra per n. 83 posti a tempo indeterminato per Assistenti Amministrativi. Dove qualche figlia di un alto Dirigente non potrà partecipare al banchetto per lo sfortunato caso di errore nella presentazione della domanda di partecipazione. Proviamo a rileggerci tutti gli interventi de Il Cerusico, qui sopra elencati e proviamo a riavvolgere la bobina dei film titolati “Asl Caserta e parentopoli”. Ebbene vi troviamo assunti e stabilizzati dei segretari-portaborse di qualche vecchio Direttore Generale (una vicenda che ricorda a tratti qualche distacco di qualche attuale altra segretaria particolare); vi troviamo l’assunzione di qualche nipote di un altro Direttore Generale; vi troviamo qualche figlio o figlia di Alti Dirigenti (peraltro in chiaro e grave conflitto di interessi); vi troviamo una pletora di figli, di mogli, di fratelli, di altrettanti funzionari o mondo impiegatizio dell’Asl di Caserta, ad esempio. Insomma, una vera e propria parentopoli, un postificio, stranamente non “pervenuta” alle cronache giudiziarie come a Taranto o a Potenza. Tant’è. Ora, assodato che trattasi di usi, costumi e tradizioni di una certa etnia, tali pratiche non potranno dissolversi certamente anche nella selezione prevista dalle n. 2 Delibere qui citate. La n. 136 e la n. 137 del 29.01.2021. Perciò, in ossequio all’antropologia gestionale-amministrativa, Il Cerusico terrà ben stretto nei suoi cassetti l’elenco dei papabili onde verificare se i suoi studi di antropologia gli daranno ragione in materia di antropologia clientelare da non confondersi con l’antropologia criminale. Nel mentre ci “dilettiamo” in queste analisi viene pubblicata un’altra statistica quella di Raffaele Rio, Presidente di Demoskopika, il quale rileva che: “Oltre 1,6 milioni di famiglie hanno rinunciato a curarsi per motivi economici. Sono stati ben 314 mila, in un solo anno, i “viaggi della speranza” del Sud che hanno generato bilanci in rosso per oltre 1,2 miliardi di euro. Emilia-Romagna e Trentino-Alto Adige sono i sistemi sanitari più in salute del paese……. Nel 2019 oltre 1,6 milioni di famiglie italiane hanno dichiarato di non avere i soldi, in alcuni periodi dell’anno, per poter affrontare le spese sanitarie necessarie per curarsi, con un incremento dell’area del disagio pari al 2,3% rispetto all’anno precedente. Ben 36 mila nuclei familiari in più”. Guarda un po’, proprio quei “…cittadini in sofferenza…” a cui si riferiva il Dg Russo nelle sue epistole dalle “pie intenzioni”!!! Poco importa, con questa nuova infornata di Amministrativi, proveremo a ridurre il “disagio” di qualche altro figliolo della grande famiglia dell’Asl di Caserta. Seguiremo con trepidazione quest’altra azione umanitaria. Alla stessa stregua come si faceva presso mamma RAI o alle Poste e Telecomunicazioni allorquando un genitore lasciava il testimone (la scrivania) ad un proprio figliolo. Si chiama “ereditarietà del posto di lavoro”.